Un’interessante analisi semiotica del componimento “Il Canto del Cigno” del poeta Simone Di Matteo

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

Uno sguardo semiotico al testo di Simone Di Matteo, protagonista alla Terza Edizione del Festival della Letteratura e delle Arti Visive

(A cura di Renato Ongania)

La poesia “Il Canto del Cigno” di Simone Di Matteo presenta una forte componente simbolica e metaforica, ma anche un’immagine molto realistica che fornisce un contesto concreto alla scena descritta. Il cigno insanguinato è la figura centrale della poesia e si presenta come un simbolo di dolore, sofferenza e perdita. Non c’è ambiguità nel messaggio, tutto è ben codificato dall’immagine del cigno insanguinato, elemento soggettivante di una condizione esistenziale.

La prima strofa inizia con la descrizione del lago immacolato, che suggerisce un’immagine di purezza e serenità. Tuttavia, questa immagine viene subito interrotta dalla presenza del cigno insanguinato, che danza sulle acque. Il cigno rappresenta un simbolo di grazia e bellezza, ma il suo sangue lo rende un simbolo di morte e sofferenza. Il cigno danza per manifestare il suo dolore, cercando di liberarsi del suo tormento attraverso la danza.

Nella seconda strofa, si parla dei pensieri e delle emozioni che si mescolano insieme nel cigno. Il ricordo viene descritto come un frutto sbiadito dal tempo, suggerendo che il dolore del cigno sia stato presente per un lungo periodo. Il cigno canta alla luna, confessando il suo tormento e la sua tristezza.

Nella terza strofa, le acque del lago diventano un simbolo della mente del cigno, che culla ogni suo pensiero come le onde del mare. Il cigno, che una volta era fiero del suo manto candido, ora lo ha macchiato con il suo sangue innocente. La notte rappresenta il momento più oscuro del suo tormento, quando il cigno si sprofonda nel suo triste peccato.

Nella quarta strofa, compare un vecchio pescatore che offre la sua mano al cigno. Il pescatore rappresenta la speranza e la salvezza, ma anche la fine inevitabile della vita. Il canto del cigno, che è straziante e malinconico, rappresenta la sua ultima espressione di dolore e sofferenza.

Nella quinta e ultima strofa, si parla della morte del cigno e di come essa sia vestita da sposa. La morte rappresenta la pace e la fine del dolore del cigno. Tuttavia, la morte tocca anche il vecchio pescatore, suggerendo che la vita è un ciclo in cui la morte è inevitabile.

In generale, la poesia proposta da Di Matteo utilizza simboli e metafore per rappresentare il dolore, la sofferenza e la morte. Il cigno è il simbolo centrale della poesia, rappresentando la bellezza, la grazia, ma anche la morte e la sofferenza. Il lago e le acque rappresentano la mente del cigno, mentre il vecchio pescatore rappresenta la speranza e la fine inevitabile della vita. La poesia suggerisce che la morte può essere vista come una liberazione dal dolore e dalla sofferenza, ma anche come una fine inevitabile. La poesia richiama autori della letteratura simbolista, come Charles Baudelaire o Arthur Rimbaud, capaci di utilizzare immagini e simboli per rappresentare la realtà in modo metafisico e suggestivo. La poesia che ha meritato il primo posto è un’opera originale e personale che utilizza il linguaggio poetico per esprimere un sentimento personale in modo suggestivo e coinvolgente.

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