Siamo molto critici sulle ultime attività di ANM che, ribadiamo, è solo un sindacato di (alcuni) magistrati.
Siamo critici perché non è tollerabile che un sindacato possa agire come fosse un organo istituzionale.
I magistrati hanno come organo istituzionale e previsto dalla Costituzione il CSM e non altro.
Questo è l’organo definito di autogoverno dei magistrati e, quindi, l’unico organo che può legittimamente interloquire sulle leggi con pareri e consulenze.
Siamo di fronte – e lo abbiamo già fatto notare – ad una commistione tra ruolo politico e magistratura che rasenta, ampiamente, un atto contrario alla tripartizione dei poteri.
A fronte del fatto che il Parlamento (e non una manica di fuorilegge) ha varato, secondo l’iter costituzionale, le riforme costituzionali degli artt. 101, 104 e 105 Cost. prevedendo la separazione dei magistrati tra giudicanti e requirenti, la formazione di due CSM, la rinnovata metodologia di votazione dei membri dei CSM e l’istituto di un’Alta Corte di giustizia disciplinare; ANM ha inteso iniziare a raccogliere le firme per annullare le riforme costituzionali.
Siccome, il Parlamento (democraticamente eletto, va ricordato a costoro) ha varato una riforma costituzionale che deve essere all’esito dell’iter parlamentare approvata dal popolo italiano, ANM ha pensato bene di interferire (come se fosse un partito politico) sulla dinamica ed esito del referendum stesso.
Diciamo che, visto questo agitarsi, c’è ben chiaro un aspetto: la riforma ha colto nel segno.
Ma non basta.
ANM guidata da sempre da Procuratori della Repubblica (non crediamo che sia un caso) tuona contro la riforma sostenendo l’insostenibile: con detta modifica il pubblico ministero finirà sotto l’egemonia ed il controllo dell’esecutivo.
Quanto di più errato e fuorviante risulta questa affermazione.
Basta che si legga il testo di riforma per capire che non vi è alcuna norma che si riferisca a ciò.
ANM, infatti, non legge la norma nei suoi incontri e nelle sue occasioni di confronto, ma si limita a declamare qualcosa che non esiste.
Abbiamo già dimostrato ciò in un articolo pubblicato https://www.consulpress.eu/scontro-tra-magistratura-e-carta-costituzionale/ e, qui, intendiamo confermare che la natura e portata della modifica, così come prevista, non porta, in alcun modo, a quanto il “GOTHA” di ANM vorrebbe far credere.
Sorge spontanea una domanda: le coccarde e le manifestazioni, gli scioperi e la raccolta di firme sono in linea con l’esercizio del potere giudiziario che richiede equilibrio, terzietà ed imparzialità?
La domanda non è capziosa o peregrina e si cala in una realtà che possiamo leggere nei quotidiani (chi li legge ancora) o nei programmi TV della sera (a raffica).
ANM ha sempre più preso il posto del CSM e questo, oltre ad essere intollerabile è contro la nostra costituzione che va difesa da costoro che ritengano di essere i soli difensori: i vertici di ANM.
La Costituzione che deve essere difesa, ma anche riformata ed adeguata ai tempi non ha bisogno di “difensori scelti”, ma di rispetto dei ruoli e dei presupposti in essa contenuti, primo fra tutti quello della tripartizione dei poteri.
A difendere la Costituzione ci sono i cittadini che non comprendono questo ruolo politico dei magistrati che è contrario allo spirito della nostra Carta costituzionale.
Ma anche su questo atteggiamento sfacciato e poco conciliante con la realtà vi è un pregresso noto ai più anziani ed attenti.
La magistratura con le “stigmate” della salvezza la si rinviene nel caos giudiziario di “Mani Pulite” (Procura di Milano – arresto di Mario Chiesa il 17.02.1992, l’inizio del tutto).
Inchiesta che, di fatto, portò alla fine della Prima Repubblica ed al sorgere della Repubblica delle Procure.
L’enorme visibilità concessa in quel frangente ha polarizzato e catalizzato l’attenzione dei media e, quindi, della popolazione.
I magistrati, da quel momento, diventano i depositari dei “buoni sentimenti”, della “cosa giusta”, della legalità.
Vi è un atto moralizzatore che fa della Giustizia non più il tempio del Diritto, ma la macchina del fango che ha portato a suicidi eccellenti ed a inchieste fantasma.
Da lì è iniziato il declino a cui assistiamo anche oggi di una magistratura che foraggia i media, che è ostaggio dei media, che è sotto i riflettori come fosse una valletta del varietà.
Addirittura, adesso ci sono trasmissioni fatte dai magistrati in servizio: riteniamo ciò molto serio e grave.
Troviamo tutto questo emblematico e troviamo sorprendente che il CSM non si attivi di fronte a tutto ciò.
Ma ANM sta dichiaratamente a pensare di fare un partito politico, un partito che ha le “stigmate della giustizia”, un partito che non ha macchia alcuna.
Siamo proprio certi che il popolo italiano ci caschi?
Ci auguriamo di no e crediamo che anche gli organi competenti debbano battere un colpo perché la misura è colma.
La tripartizione dei poteri ed il rispetto dei ruoli istituzionali e della Costituzione impongono una serietà e severità che coinvolgono prima il rispetto dei principi e poi la censura di eventuali (come riteniamo) comportamenti illegittimi.