Qui è quando negli anni novanta allo Zen 2 si faceva sul serio e lo Stato si faceva sentire. Blitz interforze (carabinieri, polizia e guardia di finanza) mese dopo mese martellavano il ghetto (si perchè di questo si trattava e si tratta) e tenevano sotto controllo quanto più si poteva, i malavitosi e i Raìs che comandavano il quartiere. Poi dagli anni duemila queste operazioni non si fecero più, “per mancanza di fondi” era la voce cha circolava tra le forze dell’ordine, ed oggi si è arrivati a questo punto. Il quartiere è diventato un’enclave di illegalità ai massimi livelli dove tutto è permesso e dove la malavita trova terreno fertile.

Adesso è tardi per rimediare, il “politicamente corretto” ha spuntato le armi a polizia e carabinieri e nessun alto dirigente ha il coraggio di mettere a repentaglio la propria carriera per “quattro scafazzati”. Scafazzati che però – come lupi scesi dalle montagne – dal venerdì alla domenica scendono a valle, nel centro di questa povera Palermo e avviandosi in branco verso la “movida”, attaccano gli agnelli. A colpi di revolver. Attaccano volutamante ed a sangue freddo come solo un animale feroce sa fare, agnelli umani che hanno un nome e un cognome e che cercano solo di brucare l’erba del quieto vivere. Quattro di questi agnelli si chiamavano Paolo Taormina (21 anni), Salvatore Turdo (23 anni), Andrea Miceli (26 anni) e Massimo Pirozzo (26 anni) solo per elencare i più recenti. La cosa che impressiona è che mentre io scattavo questa foto, all’alba di un lungo inverno allo Zen 2, Gaetano Maranzano nasceva. Era il 1997.
