Il treno è un film interessante solo perché prodotto da Ovidio G. Assonitis, autore di Chi sei? (1974), Tentacoli (1977) e Piranha paura (1982), per citare le più interessanti opere da regista, oltre a produttore di numerosi B Movie statunitensi. Il treno, in teoria, vedrebbe Assonitis solo nei panni del produttore, anche se lo stile e il taglio da horror italiano anni Ottanta – che strizza l’occhio allo splatter, insiste sugli omicidi truculenti e inserisce un taglio satanista – farebbero pensare alla sua mano anche dietro la macchina da presa. Abbiamo recuperato il film su Infinity, dopo che alcuni canali digitali lo avevano trasmesso, in particolare Mediaset Italia 2. La trama non è il massimo dell’originale e a tratti pare piuttosto confusa. Storia diabolica, ambientata in Serbia, nelle campagne di Belgrado, dove un oscuro individuo fa arrivare Beverly, una ragazza vergine (di origini slave), con lo scopo di farla giacere con il Demonio. Insieme a lei incontriamo alcuni studenti statunitensi giunti in Jugoslavia per studiare antichi riti locali, tutti destinati a fare una brutta fine. A un certo punto i ragazzi scoprono di essere le vittime designate del rito, anche perché la capanna dove sono alloggiati prende fuoco; alcuni riescono a fuggire a bordo di un demoniaco treno a vapore, che serve a portarli proprio dove volevano evitare di andare. La maggior parte del film si svolge a bordo del treno, tra suggestioni lovecraftiane e citazioni di alcuni horror sanguinari di Lucio Fulci e Lamberto Bava, a base di teste mozzate, arti squartati, vermi cadaverici e sangue rappreso. Il treno compie un tragitto surreale, oltrepassa stazioni ma non si ferma mai, esce dai binari ma niente l’arresta, procede anche sotto forma di modellino nelle sequenze che riprendono spettacolari incidenti. Il treno prende vita nelle sue componenti, popolato da strani personaggi – angeli o demoni? – tra serrature che si aprono e ganci che si staccano per giustiziare i singoli protagonisti. Il film gode di buona suspense e discreti effetti speciali splatter e gore, con i soliti problemi di recitazione che caratterizza l’horror italiano anni Ottanta. Assonitis, che produce il film per gli States, afferma che la pellicola si sarebbe dovuta intitolare semplicemente The Train – c’è chi lo chiama Amok Train – ma i distributori decisero per Beyond The Door III con l’idea di sfruttare il successo di Chi sei? e Schock, distribuiti negli USA rispettivamente con i titoli Beyond the Door e Beyond the Door II. Il treno è un sequel apocrifo, perché la storia è del tutto slegata dalle precedenti, solo una volontà commerciale di chi distribuisce cerca di creare pseudo relazioni. Il film non ha mai avuto una versione definitiva italiana, le parti in serbo (numerose) non hanno né doppiaggio né sottotitoli e tutto questo rende abbastanza confusa l’interpretazione di alcuni dialoghi. Buona la fotografia di Adolfo Bartoli (allievo di Pasqualino De Santis), cupa e angosciante, mentre la colonna sonora di Cordio, ossessiva e inquietante, risulta ripetitiva. La sceneggiatura ha i soliti problemi di credibilità e di congruenza di tanti prodotti simili, ibridi e poco risolti, un mix tra exploitation, satanismo, possessioni demoniache e horror soprannaturale a base di riti folklorici. In merito alla credibilità dei dialoghi meglio stendere un pietoso velo. La scenografia campestre richiama opere come La pelle di Satana, Il presagio, La casa e altri titoli importanti, senza dimenticare i riferimenti ai maestri italiani, il tutto permeato da elementi slasher e splatter. Gli omicidi sono molto efferati, tra eccessi e mutilazioni, ripresi in primo piano, mostrando il più possibile, visto che i personaggi sono usati come carne da macello. Il regista cerca l’effettaccio a ogni costo, vuole sconvolgere lo spettatore, non è per niente interessato né alla coerenza narrativa né alla coesione di un film per sua stessa natura poco organico. Il treno si può definire un folk horror, come hanno scritto illustri critici, ma è soprattutto un’opera splatter artigianale basata sull’eccesso dedicata agli amanti dell’horror più viscerale. Molte sequenze mi hanno fatto venire a mente pellicole di Mario e Andrea Bianchi, ma anche prodotti di Bruno Mattei e Luigi Batzella. La sceneggiatura è firmata da un’ignota Sheila Goldberg, che non fa caso a buchi e incongruenze, così come il regista Jeff Kwitny non gode di un curriculum esaltante, al punto che resto convinto del suo ruolo come prestanome. Soggetto, sceneggiatura e regia recano il marchio d’autore di Ovidio G. Assonitis. Montaggio troppo compassato di Claudio Cutry, al punto che 96’ sembrano interminabili, anche perché la sceneggiatura risente di un eccesso di lungaggini. Tagliare sarebbe stato provvidenziale. La produzione è italo-jugoslava, quel poco di Stati Uniti d’America è rappresentato dal nostro Assonitis, longa manus di ogni eccesso tra le maglie dell’horror. Un film per gli amanti del trash e degli horror anni Ottanta che conta tra le cose migliori un’ambientazione serba tra lande desolate e villaggi in mezzo alle paludi, oltre a una lunga parte girata a bordo di un treno in corsa, ricorrendo spesso a modellini e plastici ferroviari. Da ricercare per motivi storici e per curiosità da intenditori. Astenersi spettatori interessati allo spettacolo.
Regia: Jeff Kwitny. Sceneggiatura: Sheila Goldberg. Fotografia: Adolfo Bartoli. Montaggio: Claudio Cutry. Produttore Esecutivo: Ovidio G. Assonitis. Effetti Speciali: Mario Ceccarella, Jeff Cragg, Srba Kabadajic, Muhamed M’Barek, Angelo Mattei, Michael Regas, Ljubomir Simic. Musiche: Carlo Maria Cordio. Case di Produzione: Avala Film, C.F.S., Kosutnjak, Columbia Pictures Corporation, Epic Entertainment, Trihoof Investments. Titolo Originale: Beyond the Door III. Lingua Originale: Inglese, Serbo. Paesi di Produzione: Italia, Jugoslavia, Stati Uniti d’America. Anno: 1989. Durata: 94’. Genere: Horror. Interpreti: Mary Kohnert (Beverly Putnic), Bo Svenson (professor Andromolek), Victoria Zinny (madre di Beverly), Savina Gersak (Sava), Sarah Conway Ciminera (Christie), William Geiger (Kevin), Alex Vitale (Angel), Ron Williams (Larry), Renee Rancourt (Melanie), Jeremy Sanchez (Richard), Igor Pervic (Marius), Susan Zelouf (miss Chase), Tania Alexander (hostess), Mario Novelli (ingegnere), Ratko Tankosic (Coal Stoker), Milutin Micovic (conducente), Olga Poznatov (donna anziana), Bogdan Jakus, Andrej Maricic, Ramiz Sakic, MIroljub Leso, Ljiljana Sljapic, Dusko Bulajic (capo ingegnere), Dusan Tacic (direttore), Pedrag Milenkovic (Foreman), Andrej Maricic, Mihajlo-Bata Paskaljevic, Ramiz Sakic.