Perché è importante festeggiare le Nonne ed i Nonni

Articolo di Francesco Pira

I miei nonni mi hanno educato e mi hanno permesso di comprendere gli inganni della vita e le opportunità che la stessa ci offre. Il nonno tradizionale è qualcosa di straordinario, perchè riesce a trasmetterti valori incredibili che forse purtroppo non ci appartengono più.

Domani si celebra la Festa dei Nonni. Istituita per legge il 31 luglio 2005 dal Parlamento italiano, anche Papa Francesco ha dato grande risalto alla figura dei nonni. Bergoglio ha stabilito, lo scorso anno, che questa Giornata si celebrerà ogni quarta domenica di luglio, visto che il 26 luglio si festeggiano i Santi Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù.

Infatti, ha celebrato il 24 luglio la seconda Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. Il tema, scelto da papa Francesco, è stato: “Nella vecchiaia daranno ancora frutti”. Il titolo spiega già il senso di questo evento e suggerisce, a tutti gli attori della società, di guardare all’anziano come colui che può dare un grande contributo alla nostra vita.

Secondo la logica consumistica tutto ciò che viene considerato poco importante o inutile viene buttato via. Una società liquida come l’ha chiamata il sociologo Bauman, dove esistono le “comunità guardaroba” ovvero quando non desideriamo più stare accanto a qualcuno ci avviciniamo ad altro. Questo comportamento ferisce gli altri e soprattutto ferisce gli anziani.

L’ISTAT nel 2021 ha fornito un report che dimostra quanto sia difficile la situazione degli anziani in Italia. Abbiamo “2,7 milioni di anziani con disabilità gravi, 1,3 milioni senza aiuti”

Il rapporto è stato chiamato: “Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria. Anno 2019” ed è nato per capire i problemi emersi durante la pandemia. L’esito è davvero preoccupante: Su 6,9 milioni di over 75, si calcolano oltre 2,7 milioni di persone anziane che hanno serie difficoltà motorie, comorbilità, non sono autonomi nelle attività quotidiane di cura della persona e nelle attività strumentali della vita quotidiana.

Inoltre, 1,3 milioni di anziani hanno detto di non avere nessuno a cui affidarsi. Circa 1 milione abita da solo o in compagnia di altri parenti, ma sono tutti over 65 e senza un aiuto sufficientemente adeguato.

La festa dei nonni se non si trasforma in una festa commerciale diventa una festa ad altissimo valore simbolico, perché è una festa che ci permette di celebrare persone che rappresentano la nostra memoria.

Loro sono stati la nostra guida durante la nostra infanzia e ci hanno permesso di poter avere una risposta ai nostri capricci.

I nonni sono quelli che ci hanno fatto la prima carezza e ci hanno amati in modo diverso rispetto all’amore verso i figli.

Da studioso della società posso dire che i nonni di oggi, per fare una battuta rispetto a quella che è la proposta del grande sociologo Zygmunt Bauman, sono dei nonni più liquidi che stanno meno con i nipoti, visto che magari desiderano studiare ancora e sono iscritti all’Università della Terza età oppure perché amano riunirsi e giocare a Burraco.

Quando i nipoti vanno a trovarli pretendono che portino con sé il tablet o il cellulare per imparare ad utilizzarli. Tanti sono i progetti che spiegano ai nonni come vivere l’esperienza delle nuove tecnologie e il ruolo dei nipoti resta fondamentale. Durante la pandemia i nonni e i nipoti hanno continuato a sentirsi attraverso le videochiamate su Skype o Whatsapp. Una serie quasi infinita di azioni, comportamenti, che si sono svolte tutte attraverso un schermo di uno strumento tecnologico. Chiusi nelle nostre abitazioni, isolati nelle nostre stanze, genitori, figli, nonni, vicini ma allo stesso tempo lontani. Accuditi, guidati, sorvegliati, stimolati dalla tecnologia. Certamente, la pandemia ha reso gli anziani ancora più fragili e la mancanza di baci e di abbracci ha influito molto nella vita degli anziani. Emozioni che ha raccontato anche una giornalista palermitana, Simona Merlo, nel suo ultimi libro “I nonni senza abbracci”.

Ai nonni ha pensato anche Nicolò D’Alessandro, autore che vanta un curriculum di tutto rispetto, con il suo volume “Dizionarietto per i nonni” in cui ha raccolto in ordine alfabetico le parole di origine inglese, più utilizzate durante la pandemia, mostrando le contaminazioni linguistiche e gli imbarbarimenti, che stanno trasformando la lingua italiana. D’Alessandro, studioso attento e preciso, ha cercato di aiutare gli anziani a comprendere il significato di alcune parole inglesi.

Le trasformazioni in atto nella società sono tantissime e coinvolgono diversi ambiti. Quello di cui abbiamo bisogno è uno scambio di esperienze tra generazioni è necessario anzi bisognerebbe trovare il modo per dare spazio a contaminazioni tra generazioni, approfittando dell’esperienza dei più anziani come facevano gli indiani delle tribù e allo stesso tempo sfruttando l’entusiasmo e la creatività dei giovani.

Oggi la memoria viene rappresentata dalla galleria dei nostri smartphone e dalle cartelle che conservano le nostre foto. In passato la memoria non aveva bisogno di video, selfie e condivisioni immediate.

Ho perso mio padre all’età di tredici anni e, essendo rimasto orfano giovanissimo, ho vissuto quasi tutta la mia vita con mia nonna, che era la mia seconda mamma, e mio nonno, che era il mio secondo padre, entrambi mi hanno donato valori fondamentali. I miei nonni mi hanno educato e mi hanno permesso di comprendere gli inganni e le opportunità che la vita ci offre.

Sicuramente, il nonno tradizionale è qualcosa di straordinario, poiché riesce a trasmetterti valori incredibili che forse, purtroppo, non ci appartengono più . Apriamo il nostro cuore alle parole di Papa Francesco: “Le nonne e i nonni sono la nostra forza e la nostra saggezza. Fa bene agli anziani comunicare la saggezza ai giovani; e fa bene ai giovani raccogliere questo patrimonio di esperienza e di saggezza, e portarlo avanti”.

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