“Quasi orfano”, il film si denota per totale mancanza di idee originali

Articolo di Gordiano Lupi

Umberto Carteni regista mi mancava, ma leggo che è stato proposto persino ai David di Donatello, anche se non ha certo girato film epocali, ma un pugno di pellicole – giusto 5 – che vanno da Diverso da chi? (2009) a La seconda chance (2023) e forse il suo lavoro migliore è proprio questo stanco remake del francese Ti ripresento i tuoi (2018) di Dany Boon. Il film si denota per totale mancanza di idee originali, sin dalla pedissequa imitazione della trama che si limita a sostituire Milano con Parigi e la Puglia con la Francia siderurgica del Nord. Scamarcio interpreta il ruolo di Dany Bonn, si chiama Valentino (Tarocco) e non Valentin (Duquenne) e fa il designer di successo, nativo di Monopoli, ha dimenticato la famiglia di origine, anzi, ha messo in giro la voce di essere orfano. Tutto si complica quando la madre, il fratello, la cognata e la nipotina si recano a Milano, invitati per errore alla festa che celebra un accordo con un’azienda francese. Valentino dirige l’azienda in collaborazione con il suocero Sergio (Storti) e con la moglie Costanza (Puccini), mentre il padre Vito (Pappalardo) – un ex cantante che si è messo a fare il fattore – l’ha ripudiato e non vuole più sapere niente di lui. Basta con la trama, abbiamo detto anche troppo di un racconto improbabile, sceneggiato con una serie di dialoghi sopra le righe, una storia che non fa mai ridere e che presenta il momento comico più alto quando Pino (Sassanelli) impartisce lezioni di pugliese a Costanza. Motore del racconto un incidente automobilistico che coinvolge Valentino con successiva perdita della memoria e ritorno alle origini del personaggio che non accetta più i ritmi milanesi e un tipo di vita che ha smesso di capire. Commedia che non è tale, direi farsa imbarazzante, pur non avendo visto l’originale francese credo che il registro usato non possa essere identico a questo prodotto indefinibile. Il film procede per convenzioni condite di stereotipi sulla diversità tra pugliesi e milanesi, confezionato con una fotografia giallo ocra (pugliese) che diventa plumbea nella parte lombarda, passando per un montaggio televisivo. Scenografia da piccolo schermo e recitazione svogliata da parte del cast, all’interno del quale brillano Scamarcio e Puccini, con una nota di simpatia per Pappalardo, che alla fine canta pure Ricominciamo. Credo di averlo visto ben due volte, sempre in televisione, anche perché è facilmente reperibile su Rai Movie e su Rai Play. Non ne vale davvero la pena. Perdetevelo senza rimpianti. Durante la visione, per colpa di alcuni elementi in comune, ho provato profonda nostalgia per un’opera originale e trasgressiva come Si ringrazia la regione Puglia per averci fornito i milanesi girata nel 1982 da Mariano Laurenti. Abbiamo perso i nostri bravi artigiani e non li abbiamo rimpiazzati a dovere.

Regia: Umberto Carteni. Soggetto e Sceneggiatura: Herbert Simone Paragnani, Umberto Carteni. Fotografia: Gianfilippo Corticelli. Montaggio: Lorenzo Campera. Musiche: Maxi Trusso. Scenografia: Carlo Aloisio. Costumi: Eleonora Di Marco, Alessandra Trippetta. Produttori: Marco Poccioni, Davide Tovi, Marco Valsania. Produttori Esecutivi: Dany Boon, Jérôme Seydoux, Ardavan Safaee. Case di Produzione: Rodeo Drive, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): 01 Distribution. Lingua: Italiano. Paese di Produzione: Italia, 2022. Durata: 90’. Genere: Commedia (?). Interpreti: Riccardo Scamarcio (Valentino Tarocco), Vittoria Puccini (Costanza), Antonio Gerardi (Nicola), Grazia Schiavo (Lulu), Adriano Pappalardo (Vito), Chiara Di Benedetto (Gaga), Manuela Zero (Mara), Paolo Sassanelli (Pino), Ema Stokholma (madame Gignac), Antonio Aiello (se stesso), Nunzia Schiano (Addolorata), Bebo Storti (Sergio).

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