Il 24 agosto ricorre la festa dell’apostolo Bartolomeo. Quest’anno il 24 agosto è domenica, dunque, eccetto in alcune citta dove il santo è il patrono, ad es. Pistoia, Benevento, Opicina (Trieste), della diocesi di Campobasso, la liturgia, oggi, celebra la Risurrezione di Gesù Cristo, la Pasqua della settimana!
Ma chi è (san) Bartolomeo? Il nome Bartolomeo è in realtà un patronimico. In aramaico suona «bar-Talmai», ovvero «figlio di Talmai», ovvero “del valoroso”. Secondo la maggior parte degli studiosi il nome proprio di questo apostolo sarebbe Natanaele (in ebraico «dono di Dio»): così viene indicato nel Vangelo secondo Giovanni. Tutto quello che sappiamo di certo sulla vita di Bartolomeo/Natanaele ci viene dai testi evangelici, soprattutto dal Vangelo secondo Giovanni che racconta nei dettagli la sua chiamata (Vangelo secondo Giovanni 1, 43-51). Ma è nominato anche nel Vangelo secondo Luca (6,14), Matteo (10,13) e Marco (3,18).

Era originario di Cana in Galilea, come Simone (il futuro Pietro!) e Andrea, probabilmente era un pescatore, e avrebbe fatto parte del gruppo del Battista. Conosce bene il territorio, come ad esempio la città di Nazareth, che dista da Cana solo 8 km. Il fatto che era originario di Cana avrebbe potuto assistere di persona al banchetto di nozze di Cana, dove si è svolto il primo miracolo di Gesù, la trasformazione dell’acqua in vino (cfr. Vangelo secondo Giovanni 2, 1-11). Sempre, nel Vangelo secondo Giovanni leggiamo che la conversione di Bartolomeo non fu istantanea come quella degli altri. Bartolomeo/Natanaele Si mostra scettico quando l’amico Filippo gli parla di Gesù. Bartolomeo/Natanaele si trova seduto all’ombra di un fico quando viene raggiunto dall’amico Filippo che con tono entusiastico gli dice «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth». Bartolomeo, scettico, diffidente, risponde a Filippo con sprezzante incredulità: «Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?». Ma Natanaele/Bartolomeo da pessimista che era si ricrederà presto. Infatti, incontrandolo, Gesù dice di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità»: una straordinaria attestazione di fiducia che non ha uguali in tutti i testi del Nuovo Testamento. Natanaele/Bartolomeo resta spiazzato: «Donde mi conosci?» domanda. E Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse ti vidi mentre eri sotto il fico». Questa frase tocca nel profondo il cuore, l’anima, la mente di Bartolomeo. Non più scettico, pessimista Natanaele/Bartolomeo si trasforma, si con-verte. Nel volgere di un istante è un fervente seguace di Cristo, testimoniato dalla frase: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio. Tu sei il re d’Israele!». Ma ora è Gesù a smorzare i toni: «Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico, tu credi? Vedrai cose ben più grandi di queste». Una risposta che talvolta viene citata come esempio dell’ironia presente nei testi del cosiddetto Corpus Johanneum. Dopo la festa di Pentecoste, lo ritroviamo a Gerusalemme, assieme agli altri 11 apostoli – Mattia non ha ancora sostituito Giuda Iscariota – come riferisce il racconto degli Atti degli Apostoli (1,13), e a Maria, «assidui e concordi nella preghiera». Sempre dopo la Pentecoste, è davvero difficile seguire le tracce dell’apostolo Bartolomeo itinerante in Armenia, India e Mesopotamia. Secondo la tradizione è morto nella seconda metà del I secolo, intorno agli anni 60-68 in Siria. Le rappresentazioni artistiche che raffigurano San Bartolomeo sono solitamente di due tipologie: lo si può trovare con un coltello in mano o mentre viene scuoiato. La crudeltà del suo supplizio traspare dalla più famosa opera su di lui: una scultura di Marco d’Agrate, allievo di Leonardo, esposta all’interno del Duomo di Milano. Diversa è la rappresentazione iconografica che ne fa Michelangelo Buonarroti nel Giudizio universale (): qui San Bartolomeo viene raffigurato mentre tiene in mano la sua pelle, e su quella del volto, Michelangelo dipinse il proprio autoritratto. San Bartolomeo è uno dei santi più spesso raffigurati dagli artisti.

Piccole curiosità: secondo la tradizione le spoglie dell’apostolo Bartolomeo, provenienti da Darae in Mesopotamia, o, secondo altre fonti da Anastasiopoli in Frigia, Giunsero sull’isola di Lipari nel 580 e vi furono conservate sino all’anno 838. Nel Duomo di San Bartolomeo a Francoforte in Germania, dal 1238, è conservata una calotta tanica che apparterrebbe al nostro apostolo.
Ahimè, però, il nome dell’apostolo Bartolomeo evoca una delle pagine più buie, oscure della nostra storia e dei rapporti tra le chiese cristiane: la “notte di san Bartolomeo”, cioè quella tra il 23 e il 24 agosto del 1572, quando migliaia di cristiani ugonotti vennero massacrati in Francia dai cristiani cattolici.
Considerato il genere di martirio da lui subito, è comprensibile come egli sia uno dei patroni dei conciatori e dei rilegatori.
Auguro, anche a nome del direttore del giornale on line Il salto della quaglia, Angelo Barraco, tanti auguri di buon onomastico a chi ne porta il nome. Ed in particolare, il sottoscritto, augura ogni bene all’amico e collega Bartolomeo Manno.
