“Sweet River”, un horror australiano di buona fattura

Articolo di Gordiano Lupi

Sweet River è un horror australiano di buona fattura, girato con senso del ritmo e gusto per la suspense, cala lo spettatore in un crescendo misterioso che lo accompagna sino alla fine, rendendo credibile la soluzione più angosciante e surreale. La storia narra di un bambino rapito da un serial killer, probabilmente ucciso, ma il suo corpo non è stato mai ritrovato; la madre Hannah cerca nuovi indizi e si reca sul posto dell’eccidio, un villaggio di campagna di nome Billins (Nuovo Galles del Sud) che nasconde non pochi misteri. Sweet River è una storia di fantasmi dal taglio drammatico, la vicenda del serial killer s’interseca con uno scuolabus di bambini finito nel fiume e sinistre presenze che non vogliono lasciare il luogo della scomparsa. Gli abitanti del villaggio proteggono il segreto, soprattutto i genitori dei piccoli morti, per continuare a rivedere i figli, mentre la polizia insabbia le indagini. Ma le oscure presenze demoniache che infestano un canneto in riva al fiume non sono più innocenti bambini… Nella sceneggiatura scritta da Marc Furmie ed Eddie Baroo si intravede il genio di Stephen King rivelato in un formidabile racconto (I figli del grano) dalla struttura molto simile, ma è il soprannaturale l’elemento imprescindibile di un film girato con accortezza e fotografato con toni cupi. Justin McMillan non è un esperto di horror, genere che ha frequentato poco, visto che il suo ultimo lavoro risale a otto anni prima ed è un documentario (Storm Surfers 3d, 2012), infatti dà il meglio di sé non tanto nelle parti spaventose, quanto nella costruzione di caratteri e situazioni. Il film viene classificato come thriller proprio per la preponderanza dei momenti di introspezione psicologica rispetto alle parti horror, ma è innegabile che sia presente una componente fantastica. La suspense è molto curata, la sceneggiatura è ben scritta, contenuta da un montaggio concitato che elimina ogni tempo inutile. Colonna sonora ininfluente e ripetitiva, anche se nei momenti di tensione riesce a sottolineare la palpabile angoscia. Lisa Kay è bravissima nei panni di una donna tormentata e macerata dal dolore, che indaga senza timore fino alla scoperta del cadavere del figlio. Visto in Prima TV su Rai 4, reperibile su Rai Play. Consigliato per gli amanti del thriller e dell’horror soprannaturale.

Regia: Justin McMillan. Soggetto e Sceneggiatura: Marc Furmie, Eddie Baroo. Fotografia: Tim Tregonig. Montaggio: Simon Njoo. Musiche: Piers Burbrook de Vere. Produzione: ACM Films, The Arvest Film Productions. Distribuzione: Filmink Presents.Genere: Horror. Paese di Origine: Australia, 2020. Durata: 102’. Interpreti: Jack Ellis, Lisa Kay, Jeremy Waters, Chris Hatwood, Charlotte Stent, Rob Carlton.

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