“Chi m’ha visto”, la storia risaputa del giovane musicista in cerca di successo

Articolo di Gordiano Lupi

Al peggio non c’è mai fine, diceva mio nonno. E in fatto di cinema italiano il detto resiste, si conferma, diventa quasi una costante, un postulato. L’inutilità di questo Chi m’ha visto spicca da ogni sequenza, raccontando la storia risaputa del giovane musicista in cerca di successo, incompreso, ignorato, che con la complicità di un amico studia il modo per far parlare di sé, al fine di sfondare nel mondo dello spettacolo. Television movie a tutti gli effetti, anche perché regista e sceneggiatori sono uomini da piccolo schermo, che non tentano neppure per un istante di girare vero cinema. Chi m’ha visto si accontenta di far sorridere in modo farsesco, con un Favino divertente e divertito nei panni di un pugliese un po’ sciocco (Peppino Quaglia), protagonista insieme a Beppe Fiorello (Martino Piccione), bravo ma ingabbiato in un personaggio poco credibile. Chi m’ha visto cita trasmissioni come Chi l’ha visto, presenta da Sabrina Impacciatore in (poco consone) vesti sexy, oltre a invitare un numero incredibile di ospiti speciali (Morandi, Jovanotti, Bennato …) nelle vesti di colleghi disperati che chiedono il ritorno sulla scena del giovane chitarrista. Tutti sapevano (persino il parroco e i carabinieri) che Martino se ne stava nascosto tra i monti, in una vecchia casa ricavata in un sasso pugliese, ma tacevano perché lo scalpore mediatico creato portava denaro alla piccola città. Farsa senza speranza, sin dai nomi dei protagonisti, i due amici Quaglia e Piccione, che fa ridere poco, soprattutto desta imbarazzo. Finale che rasenta l’assurdo. Martino una volta raggiunto il successo decide che non fa per lui, quindi fugge in Grecia con una ragazza conosciuta sui monti di cui si era innamorato. Tutto molto scarso, a partire da una fotografia televisiva di Ramiro Civita, d’un giallo brillante, irreale, che spreca la bella location di Gravina e il paesaggio delle Murge. Troppi 105’ per le cose da dire, risapute e scontate, per arrivare a un finale fiabesco. Il montaggio di Marco Spoletini poteva essere più serrato e togliere qualche minuto di troppo. Tecnica di regia scolastica, da fiction televisiva. Visto su Rai 5 senza interruzioni pubblicitarie.

Regia: Alessandro Pondi. Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Pondi, Giuseppe fiorello, Paolo Logli, Martino De Cesare. Fotografia: Ramiro Civita. Montaggio: Marco Spoletini. Musiche: Daniele Bonaviri, Fabrizio Palma. Scenografia: Daniele Frabetti. Costumi: Francesca Casciello. Produttori: Giuseppe Fiorello, Eleonora Pratelli, Marco Poccioni, Marco Valsania. Produttore Esecutivo: Francesco Di Donna. Case di Produzione: Rai Cinema, Iblafilm, R.O.S.A. Production, Rodeo Drive. Distribuzione (Italia): 01 Distribution. Interpreti: Pierfrancesco Favino (Peppino Quaglia), Giuseppe Fiorello (Martino Piccione), Mariella Garriga (Sally), Dino Abbrescia (Tony Pettinato), Mariolina De Fano (Natuzza), Michele Sinisi (Maresciallo Fagiano), Maurizio Lombardi (Don Julio), Oriana Celentano (Laura), Francesco Longo (Elmo), Delia Taccarelli (Rosa), Gianni Colajemma (Rocco), Vito Facciolla (Vito), Sabrina Impacciatore (Simonetta Sabelli). Figuranti nella parte di loro stesi: Albertino, Max Pezzali, J-Ax, Jovanotti, Gianni Morandi, Gigi D’Alessio, Edoardo Bennato, Elisa, Giuliano Sangiorgi, Nek, Tina Cipollari, Paola Turci, Giorgia, Carlo Conti, Mara Maionchi.

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