Il XXI Secolo, l’ironico dramma dei romantici ancora imperterriti (Prima Puntata)

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

Gli inguaribili romantici sono dei desueti personaggi, che parlano una lingua estranea alla dimensione umana che si affaccenda costantemente a ragionare sulle cose del mondo, per un romantico sono irrisorie.

I romantici a volte sono lontani tra di loro ma quando si incontrano respirano la stessa energia, parlano della medesima conoscenza senza proferire molte parole, e si rendono conto che non possono dialogare con chiunque perché non saranno mai compresi, anzi su di loro gravano etichette che non gli appartengono, da cui sono lontani, perciò soffrono con il loro silenzio ma al tempo stesso gioiscono anche per un filo di erba che nasce da una crepa di cemento. L’occhio del romantico è cosi intuitivo che cattura tutte le immagini e le sfumature che non tutti vedono, non tutti hanno la volontà di corrispondere alla bellezza immanente e dinamica della vita. Immanenza e dinamismo sono elementi di fondamento della via verso la trascendenza. Il romantico è una sfumatura che non può essere scissa nei singoli colori, ma è un tripudio cromatico di emozioni, di successioni , di energie che emettono e soprattutto che captano il linguaggio arcano della vita. Esistono anche i pseudo-romantici, cioè lo sono nel momento in cui è presente l’oggetto che ne determina il fugace stato d’animo per ritornare alla situazione del mondo, quanti hanno quella forza di dichiarare tutto ciò che queste anime impavide percepiscono e trasmettono oltre il pretesto del pregiudizio? Nella probabilità, la percentuale è pari ad uno Zero periodico che non riesce a raggiungere quell’Uno che potrebbe essere un riflesso meraviglioso, la speranza manifesta dello stesso romantico, il significato di romanticismo è davvero stato compreso? Filosoficamente il romantico è distante dalle idee ristrette delle logiche illuministe, è un essere più dedito alla ricerca di tutto ciò che non si recepisce con l’immediatezza dei sensi, e poeticamente, vivono il sussulto delle tre anime che sussistono nell’uomo ( Anima istintiva, anima attiva, anima spirituale-elevata), che nella lingua ebraica vengono denominate come Nefesh, Ruach, Neshamah, questa ultima è la parte che collega tutto il creato, ma solamente il romantico è capace di percepirla. Il romantico non ha pretese se non quella di amare, talvolta la sua abilità sembra mostrare un atteggiamento contrario ovvero quello della provocazione che rasenta l’insulto, eh si, il romantico è ironico, e al tempo stesso è spietato verso di sé, si educa molto di più di quanto lo sia quella maggioranza che lo etichetta come stravagante o con la testa in aria, tali “fraseosofemi” non sono degni della sua attenzione. I tedeschi si espressero col termine “Sturm und Drung”, tempesta ed impeto, sì il romantico è tempesta ed impeto ma non nell’accezione negativa dei termini, la tempesta e l’impeto sono le emozioni che si susseguono fino a creare “Bellezza”, per un romantico, pur se due persone vanno per strade diverse, il suo amore non finisce mai, perché essendo Amore il fulcro eterno della vita è impossibile che finisca, continua nel tempo adattandosi alle diverse tonalità della esistenza. Non parlate mai d’amore al romantico, e non cercate di convincerlo sui tramonti dei sentimenti, perché: o vi lascerebbe senza parole, o col suo silenzio vi sta dicendo che non avete capito nulla e siete degli indegni della parola. Non cercate di analizzarlo, perché vi sfuggirà dalle dita, il suo tumulto o vi trascina o vi lascia inerme sulla spiaggia illusoria di luoghi comuni. Il Viandante sul mare di nebbia è l’opera pittorica che rappresenta il suo prezioso animo. E’ proprio il romantico che ha compreso l’indivisibilità delle anime, e che ogni personalità diversa da sé è quella illusione che offre la possibilità di fare esperienza, egli riesce ad innamorarsi, ma non dimentica gli amori trascorsi, anzi sono il termine di paragone per comprendere quanto la sua anima ha viaggiato per raggiungere uno stato evolutivo maggiore.

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