“American Woman”, un film drammatico indipendente nordamericano

Articolo di Gordiano Lupi

Siamo nel 1998, ci troviamo in una cittadina della Pennsylvania, dove vive Deb Callahan (Miller) – madre single di 33 anni – con la figlia adolescente (Bridget / Ferreira), madre sedicenne del neonato Jess. La sorella Katherine (Hendricks) abita nella stessa cittadina insieme al marito, mantiene buoni rapporti con Deb, anche se giudica troppo disinvolti i suoi rapporti con gli uomini. La madre di Deb ha un rapporto abbastanza complicato con la figlia, le rimprovera di buttarsi via con troppa facilità, ma in fondo le vuol bene. Un giorno, quando il piccolo Jess ha soltanto un anno, la madre scompare e nella cittadina comincia un’indagine condotta da polizia e volontari per ritrovarla. Passano gli anni, la figlia non torna e il corpo non si rinviene, il bambino cresce, i rapporti si sviluppano, Deb continua a non trovare l’uomo giusto e la sua vita si concentra su Jess. Il film racconta una storia che copre circa vent’anni, il regista si fa venire l’idea di abolire le classiche dissolvenze, preferendo scandire il passare del tempo con un cambio di stagione oppure riprendendo due auto che si alternano tra partenza e arrivo. La storia è drammatica e coinvolgente, in primo piano c’è la vita di una donna che perde la figlia ma non abbandona la speranza di rivederla, allevando il nipote nel ricordo della madre. Sienna Miller è una Deb perfetta, rappresenta la difficoltà di rapporti con uomini diversi, prima un amante che cerca una storia di sesso, quindi un violento possessivo, infine uno che sembrerebbe la persona giusta ma pure lui la tradisce. Tutto il racconto è narrato in soggettiva, visto dagli occhi della protagonista, anche i rapporti familiari sono messi sul piatto della bilancia secondo l’ottica di Deb. Gli eventi si susseguono, compassati e angoscianti, la perdita della figlia, i momenti di disperazione, le scelte tragiche, la speranza, il bambino come scopo di vita e il tentativo di costruire una famiglia. Il carattere di Deb è molto approfondito, non è certo una donna perfetta ma è una persona vera, diventata madre molto presto, legata alla figlia e alla famiglia, cerca l’amore ma non incontra l’uomo giusto, tutta la sua vita è pervasa dalla speranza di un ritorno. Non anticipo niente sul finale. Fotografia stupenda di Mathieson che immortala una Pennsylvania rurale fatta di paesaggi lacustri, foreste, campagne e zone di frontiera; montaggio consequenziale di McMillon, arricchito da flashback e salti temporali, ben scanditi tra loro, compatto ed essenziale per 111 minuti di pellicola; colonna sonora di Wiltzie che segue lo sviluppo della storia e la rende intensa. Un film drammatico indipendente nordamericano, sceneggiato con bravura da Ingelsby, sia nei dialoghi che nella caratterizzazione dei personaggi, girato da un regista in stato di grazia che usa la macchina da presa per indagare le zone più recondite dell’animo umano. Visto su Rai 5 (passa film senza inserti pubblicitari), reperibile su Rai Play. Da riscoprire.

Regia: Jake Scott. Soggetto e Sceneggiatura: Brad Ingelsby. Fotografia: John Mathieson. Montaggio: Joi McMillon. Musiche: Adam Wiltzie. Scenografia: Happy Massee. Costumi: Alex

Bovaird. Trucco: Marissa Giammarco. Produttori: Brad Feinstein, Michael A. Pruss, Ridley Scott, Kevin J. Walsh. Produttori Esecutivi: Jordan Foley, Shea Kammer, Kweku Mandela, Erika Olde, Jonathan Rosenthal, Ryan Stowell. Case di Produzione: Romulus Entertainment, Scott Free Productions. Distribuzione (Italia): Blue Swan Entertainment. Titolo Originale: American Woman. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito, 2018. Durata: 111’. Genere: Drammatico. Interpreti: Sienna Miller (Deb), Christina Hendricks (Katherine), Aaron Paul (Chris), Will Sasso (Terry), Amy Madigan (Peggy), Sky Ferreira (Bridget), Pat Healy (Ray), Kentucker Audley (Brett Tobeck), Maggie Castle (moglie di Brett), E. Roger Mitchell (det. Morris).

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