“Fuori”, un buon film ispirato alla vita di Goliarda Sapienza

Articolo di Gordiano Lupi

Non vi aspettate il Martone di Nostalgia, Qui rido io, Il sindaco del rione Sanità e Il giovane favoloso, altrimenti resterete delusi. Fuori è un buon film ispirato alla vita di Goliarda Sapienza e al suo romanzo autobiografico L’università di Rebibbia che racconta la disavventura della scrittrice nel carcere femminile dopo essere stata arrestata per furto di gioielli. Martone punta la macchina da presa su Valeria Golino – una straordinaria Goliarda Sapienza – e la segue lungo le strade di un’esistenza disperata. La scrittrice ha tra le mani un capolavoro (L’arte della gioia) ma lo sa solo il marito (Fortuna) perché gli editori lo rifiutano accampando varie scuse, tra queste la lunghezza e la poca modernità del testo. Goliarda conduce un’esistenza violenta che la porta a conoscere l’onta del carcere dopo aver derubato una vecchia amica per un malinteso senso di rivalsa, ma questa esperienza le cambia la vita. La scrittrice comprende cosa sia la vera amicizia solo dentro le mura di Rebibbia, dove stringe un forte legame con Roberta (una Matilda De Angelis bravissima) e con Barbara (Elodie costretta nelle maglie di un personaggio poco incisivo), oltre a una cuoca cinese e a una ragazza piuttosto manesca. Il filmato d’epoca che Martone inserisce a fine pellicola – mentre scorrono i titoli di coda e un pubblico poco cinefilo abbandona la sala – fa capire tutta l’ottusità del perbenismo borghese anni Ottanta. Goliarda Sapienza non poteva neppure pensare di poter pubblicare L’arte della gioia in una simile temperie culturale, se anche un giornalista come Enzo Biagi non riusciva a capire il motivo del suo rimpianto per le amicizie dietro le sbarre. Fuori presenta molti pregi tecnici, da una fotografia anticata in toni giallo ocra (Paolo Carnera) a un montaggio compassato non consequenziale, composto di continui e complessi salti temporali (Jacopo Quadri), una suggestiva colonna sonora (Valerio Vigliar), scenografie d’epoca perfette (Carmine Guarino), sia per sfondi che costumi, dalle sedie di plastica e ferro dei bar agli angoli reconditi delle stazioni ferroviarie. Martone è un artista della macchina da presa e un grande direttore di attori, impagina un film con inquadrature mai banali e scontate, cercando sempre la soluzione più astrusa e poetica. Tra gli interpreti Golino e De Angelis spiccano con autorevolezza mostrando due modi opposti di recitare e interpretando due personaggi femminili piuttosto complessi. Elodie era stata molto più incisiva nel riuscito Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, ma la responsabilità è di un personaggio non scritto alla perfezione. Martone sceneggiatore (insieme a Ippolita Di Majo) mette troppa carne al fuoco, sono tante le cose da dire al punto che si finisce solo per abbozzare temi e situazioni, con il risultato che il film non è del tutto risolto. Per esempio si poteva scegliere di approfondire la vita carceraria, oppure il terrorismo che caratterizza gli anni Ottanta e la tossicodipendenza (grazie al personaggio di Roberta), la vita inquieta di una scrittrice incompresa, le amicizie femminili che si trasformano in legami d’amore. Il regista tratteggia un quadro d’insieme superficiale abbandonando i personaggi in mezzo al guado con il risultato che lo spettatore non si affeziona a nessuno e non è mai partecipa della storia. Attendiamo per 117 minuti che il film parta e che ci sia la sterzata decisiva ma la storia non decolla mai. Un lavoro esteticamente perfetto con il rischio del calligrafico che lascia l’amaro in bocca per come risolve le trame disposte sopra una tavola troppo imbandita. Comprensibile che Cannes non abbia assegnato alcun premio al lavoro di Martone, anche se siamo di fronte a un film interessante che consigliamo di vedere con la dovuta attenzione, anche quando scorrono i titoli di coda, perché non è finito…

Regia: Mario Martone. Soggetto: Goliarda Sapienza (L’università di Rebibbia). Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo. Fotografia: Paolo Carnera. Montaggio: Jacopo Quadri. Musiche: Valerio Vigliar. Scenografia: Carmine Guarino. Costumi: Loredana Buscemi. Produttore: Gennaro Formisano. Produttore Esecutivo: Giorgio Magliulo. Case di Produzione: Rai Cinema, Indigo Film, The Apartment, SRAB-Films, Fremantle Media, Le Pacte. Contributo Produzione: Ministero della Cultura, Regione Lazio. Distribuzione (Italia): 01 Distribution. Trucco: Adriana Apruzzo, Jacqueline Mancini, Marco Perna. Genere: Drammatico. Durata: 117’. Pesi di Produzione: Italia, Francia – 2025. Interpreti: Valeria Golino (Goliarda Sapienza). Matilda De Angelis (Roberta), Elodie (Barbara), Corrado Fortuna (Angelo Pellegrino), Stefano Dionisi (Valerio), Antonio Gerardi (Albert), Francesco Geghi (Giancarlo), Daphne Scoccia (Ottavia), Sylvia De Fanti (Sylvia).

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