Benito Zambrano lo conoscevo per Habana Blues, una sorta di reportage nel mondo della musica cubana condotto attraverso la vita di due musicisti, presentato a Cannes (sezione Un certain regard), ma questo Intemperie è ben altra cosa, cinema puro, sorretto da una solida sceneggiatura. Il film riporta a tematiche civili importanti, ambientando la storia in un villaggio spagnolo, nel 1946, realizzando un eccellente quadro fotografico e scenografico di una zona desertica dalle parti di Granada. Ci troviamo nella Spagna franchista del post guerra civile, dopo la vittoria del generalissimo, al potere da dieci anni, siamo in una zona rurale povera e depressa, in mano ai latifondisti, dove i padroni fanno il bello e il cattivo tempo. Il regista – anche sceneggiatore insieme a Pablo e Daniel Remón – racconta a tinte fosche la storia di un bambino, violentato e abusato da un laido padrone, che fugge dal suo villaggio per raggiungere una città che non conosce e che fantastica come un luogo dove poter diventare ricco ed essere libero. Durante la fuga incontra un pastore che lo protegge e fa di tutto perché possa realizzare il suo sogno, mentre il padrone si getta all’inseguimento del piccolo fuggitivo insieme a un gruppo di scagnozzi. Intemperie sembra un film western, tragico e violento al punto giusto, permeato di melodramma e di tensione narrativa, ben sceneggiato partendo dal romanzo omonimo di Jesús Carrasco. Produzione ispano – portoghese realizzata nei luoghi dove si dipana la storia, tra Orce, Galera, Huéscar e Puebla de Don Fadrique, piccoli centri della provincia di Granada. Tutto viene attualizzato (alla fine del 1945) evitando ogni incongruenza modernista e mettendo in scena il romanzo con grande fedeltà, come il fatto di non citare un nome proprio, perché i singoli personaggi vengono apostrofati come El Triana, El Segovia, ragazzo, pastore, vecchio, portoghese… Un dramma rurale girato con le regole del western in un’Andalusia bruciata dal sole, fotografata con toni lucidi e chiari, che dimostra come il cinema western sia patrimonio dell’umanità, toccando i temi ispanici della guerra civile e il primo periodo post bellico. Intemperie è anche un thriller dotato di buona tensione, un action-movie e un road-movie crudele e realistico, in definitiva è commistione di generi allo stato puro. Visto su Rai 4, che di tanto in tanto sforna buon cinema d’azione e riusciti thriller, ma si può recuperare su Rai Play senza pubblicità. Un film da vedere.
Regia: Benito Zambrano. Produzione: Juan Gordon, Pedro Uriol. Soggetto: Jesús Carrasco (romanzo omonimo). Sceneggiatura: Pablo Remón, Daniel Remón, Benito Zambrano. Fotografia: Pau Esteve Birba. Montaggio: Nacho Ruiz Capillas. Musiche: Mikel Salas. Trucco: Rubén Samos Casa di Produzione: Morena Films. Distribuzione: A Contracorriente. Produzione: Spagna, Portogallo, 2018. Genere: Drammatico. Durata: 103’. Interpreti:Luis Tosar (pastore), Luis Callejo (caposquadra),Vincente Romero (El Triana), Jaime Lopez (ragazzo), Kandido Uranga (il vecchio), Juanjo Pérez Juste (El Segovia), Adrano Carvalho (il portoghese), Manolo Caro (lo storpio), Paz de Alarcón (la madre), Elisa López Pinilla (la sorella), Juanan Lumbreras (il padre), Yoima Valdés (madre famiglia povera), Mona Martínez (donna ingresso grotta), María Alfonsa Rosso (guardia), Carlos Cabra (autista), Miguel Flor De Lima (contadino), Verónica Tristante Lozano (donna della vendita).