John Huston (1906 – 1987) è uno dei più grandi registi del Novecento, maestro del cinema hollywoodiano, sceneggiatore e attore di buon livello, autore di pellicole western, avventurose, bibliche, spy story, frequenta ogni branca del cinema popolare, lasciando il segno di uno stile ben identificabile. Autore in senso stretto, lo notiamo anche in questo insolito western che ci eravamo persi – impossibile vedere tutto! – ma che abbiamo recuperato grazie a Iris e al ciclo sul cinema classico di frontiera. L’uomo dai sette capestri – titolo originale The Life and Times of Judge Roy Bean – gode di una formidabile interpretazione di Paul Newman e di un cameo finale di Ava Gardner, non solo, nel cast ci sono anche Anthony Perkins (doppiato da Oreste Lionello) e Jacqueline Bisset (la figlia del protagonista). Il film racconta la storia del giudice Roy Bean – un pistolero che decide di amministrare la giustizia in un paese di frontiera – ed è ispirato alla vera storia (molto romanzata) dell’omonimo barista – giudice. Roy ha una passione platonica per la bella Lillie (Gardner), un’attrice britannica (esistita) che rappresenta la donna ideale, fa di tutto per vederla sul palco ma non ci riesce, in compenso le dedica il saloon, facendone un luogo di culto per la sua immagine. Roy Bean era davvero un personaggio singolare, narra la storia che contrattasse le pene con gli imputati e che un giorno assolse l’assassino di un cinese perché il codice non precedeva tale reato. Huston cita l’episodio ma per affermare l’esatto contrario, alla base della giustizia – pur amministrata in modo sommario – ci dev’essere sempre l’uguaglianza tra esseri umani. Roy diventa padrone di un saloon dopo aver ucciso (per vendetta) i banditi che lo gestivano, s’innamora di una messicana (Principal) che gli darà una figlia (Bisset), fa prosperare un luogo di frontiera vicino al fiume Pecos, seguendo un singolare codice d’onore, a suo dire proveniente da Dio. La morte (causa parto) della compagna messicana convince Roy a fuggire dal paese, anche perché il nuovo sindaco è contro di lui e i vecchi amici sono stati convinti a schierarsi dalla parte dei nuovi padroni. Vent’anni dopo arriva la rivincita del pistolero, che conosce la figlia già grande e s’immola per la salvezza della cittadina, infestata da pozzi di petrolio e da ricchi arrivisti. Nel finale, alcuni anni dopo, vediamo la bella Lillie far visita al saloon trasformato in museo per onorare la memoria di Roy Bean, un fan che le scriveva molte lettere e che aveva addobbato le pareti con la sua immagine. Un film che dura 120’, tutti essenziali, montato benissimo da Fowler, senza tempi morti, girato da un John Huston in gran forma che usa macchina fissa, soggettiva, primo piano bergmaniano (l’attore che parla rivolto al pubblico) e piano sequenza senza esitazioni. Il regista si ritaglia un cameo da padrone di un orso bruno (Grizzly Adams) che attraversa la frontiera e abbandona nel paese del giudice Roy il pericoloso plantigrado. L’orso (accolto come animale da guardia) è protagonista di alcune scene divertenti – quasi tutte eliminate nella versione italiana – che rendono il film ancor più una commedia western. Un esempio riuscito di western revisionista e di frontiera, sceneggiato a dovere dal grande John Milius che alterna con sapienza momenti comici, sparatorie, dramma e avventura. Nel finale la pellicola si trasforma da western a cinema di gangster, grazie a una voce fuori campo racconta l’avventura americana nella Seconda Guerra Mondiale, accenna al proibizionismo e alla corsa al petrolio. Colonna sonora di Maurice Jarre che si ricorda per la canzone Marmalade, Molasses & Honey, cantata da Andy Williams (testo di Marilyn e Alan Bergman). La fotografia di Richard Moore immortala la frontiera del vecchio west e le grandi praterie, con paesaggi bruciati dal sole che ricordano la savana africana. Un film invecchiato benissimo. Un lavoro per niente datato e così ben fatto che se ne consiglia ancora la visione.
Regia: John Huston. Soggetto e Sceneggiatura: John Milius. Fotografia: Richard Moore. Montaggio: Hughs S. Flower. Produttore: John Foreman. Musiche: Maurice Jarre. Scenografia: Tambi Larsen, Robert R. Benton. Costumi: Edith Head. Trucco: William Tuttle, Monty Westmore, John Truwe. Titolo Originale: The Life and Times of Judge Roy Bean. Genere: Western. Durata: 124’. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, 1972. Lingua Originale: Inglese. Interpreti: Paul Newman (giudice Roy Bean), Jacqueline Bisset (Rose Bean), Ava Gardner (Lillie Langtry), Tab Hunter (Sam Dodd), John Huston (Grizzly Adams), Stacy Keach (Bad Bob), Roddy McDowall (Frank Gass), Anthony Perkins (rev. La Salle), Victoria Principal (Maria Elena), Ned Beatty (Tector Crites), Richard Farnsworth (Dick Farnsworth), Jack Colvin (Pimp), Matt Clark (Nick), Michael Sarrazin (marito di Rose).