“La signora ha fatto il pieno”, un cult da rivedere

Articolo di Gordiano Lupi

Erano i tempi delle coproduzioni italo spagnole e Carmen Villani (Ravarino, 1944) si era già fatta una discreta fama italiana, prima come cantante, quindi come diva del cinema sexy, passando come una delle attrici più disinibite del sottogenere, anche se non era così vero. L’amica di mia madre (1975) e il sequel Ecco lingua d’argento (1976), diretti entrambi dal marito Mauro Ivaldi, avevano contribuito a creare il mito. Per non parlare de La supplente (1975) di Guido Leoni, che rincorreva interpretazioni mitiche di Edwige Fenech e Gloria Guida, a tematica scolastica. Lettomania (1976) di Vincenzo Rigo, pur pessimo come prodotto, la vede accanto a un divo del porno come Harry Reems (Gola profonda …), mentre Zelmaide – Passi furtivi in una notte boia (1976) di Vincenzo Rigo pare un passaggio di qualità verso la commedia pura, in un ruolo comico a fianco di Walter Chiari.

La signora ha fatto il pieno (1977) di Juan Bosch giunge proprio a questo punto della carriera e segna il ritorno all’erotico comico per la bella starlet. Il film è scritto e sceneggiato da Fabio Pittorru e Sergio Ricci, fotografia di Gino Santini, montaggio di Teresa Rojo, musiche niente meno che di Stelvio Cipriani. Produzione italo – spagnola, come detto, con versione iberica dal titolo stupendo, ammiccante, Es pecado… pero me gusta. La trama racconta le vicissitudini del proprietario di una casa farmaceutica che spaccia una mignotta (Carmen Villani) per moglie e tenta di corrompere l’onorevole Giuffrè per ottenere l’approvazione di un farmaco. Accanto alla Villani – nei panni della prostituta Lola – spiccano gli ottimi Carlo Giuffrè  e Aldo Maccione, entrambi in ruoli da erotomani assatanati. Tra gli spagnoli citiamo José Antonio Ceinos, Esperanza Roy e Fedra Llorente. Insolita partecipazione come interprete di Gino Santini, direttore della fotografia di quasi tutti i film della Villani. La bella attrice sostiene che era un vero artista, bravissimo a esaltarne la bellezza su grande schermo, era la sua difesa, sapeva sempre con quale luce fotografarla. Carmen Villani, inoltre, si fidava solo di un truccatore come Duilio Giustini che non manca quasi mai nel suo cinema sexy. Juan Bosch (Valls, 1925 – Barcellona, 2015) è un regista del cinema di genere spagnolo che non ha mai girato film epocali, sempre al servizio di prodotti di puro intrattenimento, spesso si è firmato Joan Bosch Palau o John Wood, il suo carnet da regista conta film polizieschi, western, erotici, pure commedie, molte coproduzioni con l’Italia (ricordiamo tra i tanti La moglie dell’amico è sempre più buona, La notte rossa del falco …), caratterizzate da uno stile rozzo e approssimativo, privo di ricerca formale. La signora ha fatto il pieno è una classica pochade alla Feydeau giocata tutta sulla danza degli equivoci, tra scambi di coppie e mariti che tentano (spesso invano) di andare a letto con le altrui mogli (e viceversa), un marinaio che fa la parte del leone e il solito trucco della finta consorte – in realtà prostituta – usata per convincere un politico influente. Un vero e proprio gioco delle corna, dei vizi privati e pubbliche virtù, con un finale surreale in un motel di periferia, nel quale nessuno si salva e tutti vengono cornificati con passione. Il tono è da commedia (volgare) degli equivoci, con battute piccati e barzellette grevi (che fanno letteralmente morire dalle risate il povero Giuffré), scene di nudo ripetute e situazioni quasi da cinema hard, ma simulate. Tra le tante ricordiamo sequenze sotto il tavolo con i piedi in cerca del corrispettivo grembo maschile di un altrui marito, una sorta di fellatio praticata dalla Villani (si intuisce soltanto!), alcune scene di accoppiamenti espliciti dove soprattutto le (scarse) attrici spagnole mettono in mostra il lato migliore. Il film è girato interamente in Spagna, per gli interni in una villa di Caldes d’Estract, in Catalogna e per gli esterni (non moltissimi) nelle zone circostanti. Musica eccellente di Stelvio Cipriani, la sola cosa stilisticamente perfetta di un film rozzo e girato con tecnica approssimativa. La critica contemporanea lo distrugge, fino a definirlo un’autentica boiata (David Grieco, L’Unità, cinefilo e regista). Per salvarlo possiamo citare la farsa di Plauto e la commedia di Aristofane, perché alla fine la sola signora per bene sembra quella che esercita il mestiere più antico del mondo. Lola torna a battere sulla strada, ma alza i prezzi dopo l’esperienza signorile (venti in auto … quaranta a letto, il doppio di quanto chiedeva a inizio film) e si prende come protettore il marinaio della villa che tutte le signore di classe si erano portate a letto. Giovannona Coscialunga è l’esempio alto – si fa per dire – che il giallista Pittorru e il collega Ricci saccheggiano per scrivere un modesto film, affidato alla macchina da presa del non eccelso Bosch. Versione italiana edulcorata rispetto all’originale iberico, consigliato per chi vuol vedere anche le sequenze più piccanti.

Carmen Villani dopo questa esperienza spagnola torna a farsi dirigere dal marito Mauro Ivaldi, molto più capace a gestire la macchina da presa, in Grazie tante e arrivederci (1978) e L’anello matrimoniale (1979), due commedie erotiche soft con variazioni verso il drammatico nel secondo lavoro. L’anello matrimoniale, interpretato dalla bella modenese con Ray Lovelock, è un ottimo prodotto, ben recitato, erotico quanto basta, in grado di raccontare una buona storia d’amore tra moglie e marito dopo una scappatella coniugale conclusa con il ritorno a casa. Tra i lavori italiani di buon livello ricordiamo La supplente va in città (1979), girato da Vittorio De Sisti per sfruttare il successo de La supplente, anche se il contenuto scolastico è irrilevante nell’economia del film, il titolo ammiccante serve a catturare l’attenzione dei nostalgici del vecchio erotico – scolastico. Ultima esperienza italiana per la Villani, che si trasferisce in Spagna insieme al marito per girare prima Lady Lucifera di José Larraz (1980) – esilarante storia di una famiglia di diavoli -, quindi Los lios de Estefania, La casada divertida e Una spia enamorada, tutti del 1983, messi in scena dallo spagnolo Augusto Fenollar con la collaborazione di Ivaldi. Tre commedie classiche, mai uscite in Italia, la serie (televisiva) doveva continuare sino ad arrivare a dieci, ma Ivaldi fu chiamato a Los Angeles dove avrebbe dovuto girare il suo primo film americano. Purtroppo la morte improvvisa del regista ha infranto molti sogni e ha interrotto la carriera artistica di Carmen Villani. Era un uomo buono, di grande talento, ha detto in passato la Villani. Da anni non abbiamo notizie della bella attrice modenese, che non si è più fatta viva per ricordare il passato nel mondo dello spettacolo, le cronache dicono che si sia ritirata in campagna, nella sua Emilia, accanto alla figlia. Non è vero come pensano molti che la filmografia della Villani si distingua dalla produzione di genere dell’epoca per un erotismo meno blando rispetto alle pellicole girate da Fenech, Guida e altre attrici della commedia sexy. Sono i titoli e le leggende messe in giro ad arte che lo fanno pensare, pure se è vero che Ecco lingua d’argento e La signora ha fatto il pieno ebbero problemi con la censura. In realtà viste con l’occhio dello spettatore contemporaneo sono pellicole innocue. Carmen Villani era l’attrice più ruspante del filone, la meno costruita, ma non è vero che la recitazione fosse inespressiva come dicevano i detrattori. Carmen Villani incarnò il modello della ragazza schietta, frizzante, genuina, ironica che non si scandalizzava di recitare situazioni erotiche morbose.

La signora ha fatto il pieno – Regia: Juan Bosch. Soggetto e Sceneggiatura: Fabio Pittorru, Sergio Ricci. Fotografia: Gino Santini. Montaggio: José Antonio Rojo. Musiche: Stelvio Cipriani. Costumi: Piera Leoni. Trucco: Duilio Giustini. Lingua Originale: Italiano. Case di Produzione: Interfinance Corporation, Estela Films. Distribuzione (Italia): PAC. Paesi di Produzione: Italia – Spagna, 1977. Durata. 90’. Genere: Commedia sexy. Interpreti: Carmen Villani (Lola) – doppiata da Serena Verdirosi, Carlo Giuffré (Aristide), Aldo Maccione (Romolo) – doppiato da Sergio Fiorentini, Esperanza Roy (Patty) – doppiata da Rita Savagnone, Simón Andreu (Fabrizio), Fedra Llorente (Graziella) – doppiata da Vittoria Febbi, Josele Román (Esmeralda), Rosa Morata (cameriera).

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