L’arte per ritrovare Dio. Riflessione sull’arte sacra del Maestro Cosimo Abbatepaolo

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

“Trovare tempo per Dio in mezzo alle occupazioni delle nostre giornate. Il Signore stesso ci offre molte occasioni perché ci ricordiamo di lui…

L’ uomo di oggi dovrebbe recuperare il significato più profondo, forse è capitato qualche volta davanti ad una scultura ad un quadro, davanti ad alcuni versi di poesia, di un brano musicale, di provare una intima emozione ,un senso di gioia, di percepire chiaramente che di fronte a noi non c’è soltanto materia ma qualcosa di più grande, qualcosa che parla capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio di elevare l’anima. Un’opera d’arte è frutto della capacità creativa dell’essere umano, l’ arte è capace di esprimere, rendere visibile il bisogno dell’uomo, di andare oltre ciò che si vede […] é come una porta aperta verso l’infinito verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano. Ci sono espressioni artistiche che sono vere strade verso Dio verso la bellezza suprema.

Joseph Ratzinger.

Le parole di Ratzinger ci fanno intuire che l’arte è la rivelazione della verità che si percepisce in quello spazio, dove le parole sono quasi sempre insufficienti per spiegare quella intima sensazione che ci connette alla intelligenza suprema. Disse Marc Chagall che i pittori nei secoli hanno intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che è la Bibbia.

Il Sacro Libro subisce continuamente delle aspre critiche perché ritenuto un falso storico, eccetera, ma bisogna trasvalutare ogni accezione e accoglierlo come un insieme di libri da cui estrapolare importanti insegnamenti. É un testo antico alla stregua della filosofia greca.

il Sacro è la vita stessa è il vivere come dono l’esperienza dei sensi, dell’intelletto e dello spirito, é lo slancio verso la gioia del comunicare. L’espressione del pensiero é il frutto della coscienza, dell’osservazione, che trasfigurano l’uomo, immerso nella grandezza cosmica, al suo stato originario. Colui che si spinge oltre le proprie forme e si unisce con la totalità del mondo, entra in comunione con il primordio che si moltiplica, e che ritorna a sé stesso. In questa seconda puntata si tenta di analizzare l’ascolto delle parole che arrivano per mezzo delle opere del maestro Cosimo Abbatepaolo, a tal proposito Renato Ongania ha detto: …è una produzione artistica straordinaria, di qualcuno che ha qualcosa da dire

Il tema del Sacro, caro all’artista, riveste un fondamentale messaggio, ma bisogna rimanere fedele ai colori delle scritture e alle agiografie. il suo è un sacro scomposto che si ricompone con la intuizione quale forza di estrazione del “Perché” antecedente ogni analisi. Dice ancora Renato Ongania: “…l’opera di Abbatepaolo porta con sé un messaggio potente e provocatorio”.

Le provocazioni degli irriverenti provocatori, spesso tardano ad arrivare alla moltitudine, ma c’è chi riesce a coglierne gli aspetti tanto tecnici quanto linguistici. Il linguaggio è la dimora dell’essere, della creazione, e allora ci si deve interrogare con la necessaria visione ermeneutica. L’arte è vita oltre la vita, e nella contemplazione l’uomo riconosce gli aspetti del tangibile, e successivamente si eleva alla conoscenza, ricercando il significato del segno. l’immagine quindi alimenta l’esperienza della forma e del colore, questi si riconosce sposo della ancestrale dimora dell’anima. Il colore vibra, comunica con l’inconscio e quindi è unito all’anima da questa forza che sospinge a trovare la verità che ama nascondersi.

Cosimo Abbatepaolo, alla domanda posta: Perché e cosa è per te il sacro?

ha risposto:

Da credente qual sono ho sempre amato fortemente l’arte sacra ed ho voluto realizzare soprattutto negli ultimi anni, opere che ribaltassero i canoni ormai convenzionali e superati dell’arte sacra di tutti i tempi, per quanto ne siano caposaldo, costruzioni spesso costruite su rigide narrazioni non di rado manipolate, prive di riscontro nelle sacre scritture perché la vera fede ci spinge al pensiero alla riflessione all’ essere vigili e ora più che mai, necessita urgentemente di un nuovo linguaggio pittorico , simbolico, per dare ancora Gloria a Dio e che possa ancora avvicinare fedeli e non, in maniera adeguata al Cristianesimo.

Da questa idea basilare nascono le mie opere Sacre surreali ,molte delle quali solo apparentemente dissacranti iconoclaste, ma totalmente aderenti a quelle che sono le storie e i personaggi delle Sacre Scritture e con una promessa : quella di smuovere coscienze e riportarle alla riflessione su quella che è la giusta strada da seguire, fatta di sola Luce. Luce uguale Dio in tempi così malati e pestiferi.

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