La morte del mondo

Articolo di Cosimo Abbatepaolo

Nel lontano 1956  papa Pio XII  intervenne in occasione di un congresso medico sul parto indolore all’istituto Mendel di Roma,con le seguenti parole, ecco uno stralcio del suo discorso:  << nella Genesi  (Gn 3,l6)si legge: partorirai nel dolore . Per ben comprendere questa parola bisogna considerare la condanna decretata da Dio nell’insieme del suo contesto. Infliggendo questa punizione ai progenitori e alla loro discendenza, Dio non voleva proibire e non ha proibito agli uomini di ricercare e di utilizzare tutte le ricchezze della creazione: di far progredire passo a passo la cultura; di rendere la vita di questo mondo più sopportabile e  più bella; di alleviare il lavoro e la fatica, insomma di assoggettare la terra (cfr. Gn l ,28)>>. 

Ed è proprio da questo “assoggettare la terra” che voglio partire chiedendomi se noi esseri umani compiamo questo prodigio, se  ci affidiamo all’ intero abnorme incandescente  tessuto della terra o per estremo paradosso ribaltiamo questa monumentale possibilità dai mille possibili e sostenibili riscontri !? 

La risposta è brutale se con le ricchezze della creazione stiamo uccidendo questo mondo, che trasmuta tragicamente in altre forme, sino a diventare un alieno pronto ad abbattersi  ferocemente sull ‘intero pianeta strappandone  ogni forma di vita umana e materiale anche  in territori  geologicamente esenti quasi da tutto , trovandosi d’ innanzi ad un vero e proprio  spettro  dell’ apocalisse, catastrofi ambientali mai viste e immaginate, prova ancora  ne è la tempesta Ciaran che sta attualmente devastando l ‘Europa settentrionale compresa l’ Italia, quel territorio al quale forse potevamo dare proprio il nome di  “Esente”. 

Brutale  in quanto la vita non è né sopportabile e né più bella, essendo il male l’ospite fisso della magione terra radicato ovunque, una sorta di polifonia distopica alla quale solamente la cultura con l’istruzione ed una finalmente sostenibile educazione civica potrebbero fermare; fermare  persino una guerra che ne partorisce altre in forme sempre più  disumane sul ciglio dell’ anno 2024. Perché la cultura non progredisce ma subisce battute d’arresto che puzzano di oscurantismo o  peggio ancora di inerzia una peste dilagante che infetta  giovani che ne hanno piene  possibilità e strumenti ma  piegati e  gonfi come un tacchino alla logica illogica della materia e del vuoto che attanaglia volutamente  le loro vite. 

La meta-creatività di ogni destino non allevierebbe il lavoro e la fatica ma lo renderebbe gioiosamente fruibile e vivibile. 

Se il mondo è senza senso, tua è la vera colpa. Aspetta la tua impronta questa palla di cera, scriveva la grande poetessa torinese “Maria Luisa Spaziani “sul finire  della  sua notissima poesia “Aspetta la tua impronta”, poesia che la stessa voleva venisse esposta  eloquentemente in tutte le scuole come assoluto spronamento- ammonimento. 

Opera sopra di Cosimo Abbatepaolo :  

“Suona la campanella! In ginocchio! Si stanno portando gli ultimi sacramenti a un Dio che muore! ” 

HEINE 

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