“Le mie ragazze di carta”, un film che riporta agli anni Settanta e ai primi Ottanta

Articolo di Gordiano Lupi

Mi ero perso al cinema questo film di Luca Lucini, forse vittima di pregiudizi perché il regista è autore di Tre metri sopra il cielo, Amore bugie e calcetto, Come diventare grande nonostante i genitori e altre prelibatezze. Le mie ragazze di carta è ben altra cosa, un film bellissimo, struggente, coinvolgente, che riporta agli anni Settanta e ai primi Ottanta; un lavoro che parla di come siamo cambiati, di consumismo dilagante, di crisi del cinema e dei valori, imbastendo una storia d’amore impossibile tra un ragazzino e una diva del porno (soltanto sognata), mentre la vita procede a lesti passi e un possibile amore reale sta per nascere. Un film sulla vita da affrontare, sul primo amore, sul tempo che scorre, con Neri Marcoré – prete in fuga dalla Bolivia dove ha lasciato una donna e un figlio – che insegna il rugby ai ragazzi. Un padre come Andrea Pennacchi che comprende il dramma di un transessuale (Caccamo), diventa suo amico, gli trova i soldi per andare a operarsi a Casablanca, ma prima passa le serate a giocare a scacchi con lui. Un gestore di cinema come Giuseppe Zeno che rischia il fallimento per la crisi infine decide di riconvertire l’Odeon a sala hardcore, il solo genere ancora frequentato da un pubblico ormai assuefatto ai ritmi televisivi. Treviso che ritorna da Signore e signori di Pietro Germi (grande operazione di cinefilia) con i vizi privati e le pubbliche virtù. Il perbenismo e l’ipocrisia della provincia che frequenta i cinema a luci rosse di sera e li denuncia in questura al mattino. E poi ci sono i ragazzini (Primo, Anna e Tiberio) che vivono la loro adolescenza, sognano l’amore, si comportano secondo quel che accadeva nel periodo storico, quando era difficile concretizzare, si poteva soltanto immaginare grazie a giornaletti e cinema. Voce fuori campo di Alvise Marascalchi, il figlio Tiberio che narra la storia dal suo punto di vista. Un film intriso di sentimento, una sceneggiatura ebbra di nostalgia e passione, ma anche di ricordi personali del regista, che fa venire a mente il miglior cinema di Pupi Avati. Non sono un fan di Luca Lucini – i suoi precedenti film sono stati oggetto di recensioni molto negative – ma in questo lavoro si sente la materia viva palpitare, si comprende che l’autore ha usato per la sceneggiatura i ricordi esistenziali più dolci e dolorosi. Trasmesso in prima serata su Rai Uno ad agosto 2025. Reperibile ancora su Rai Play. Da vedere!

Regia: Luca Lucini. Soggetto e Sceneggiatura: Luca Lucini, Mauro Spinelli, Ilaria Storti, Marta Storti. Fotografia: Luan Amelio Ujkaj. Montaggio: Carlotta Cristiani, Matteo Mossi. Costumi: Diamante Cavalli. Produttori: Agostino Saccà, Giuseppe Saccà, Guido Simonetti. Case di Produzione: 302 Original, Pepito Produzioni, Rai Cinema. Distribuzione: Warner Bros, Adler Entertainment. Lingua: Italiano. Paese di Produzione: Italia, 2023. Durata: 101’. Genere: Commedia. Interpreti: Maya Sansa (Anna), Andrea Pennacchi (Primo), Alvise Marascalchi (Tiberio), Cristiano Caccamo (Claudio), Raffaella Di Caprio (Milly d’Italia), Alessandro Bressanello (Alcide), Christian Mnacini (Giacomo), Marta Guerrini (Marika), Giuseppe Zeno (Bastiano), Neri Marcorè (Don Marcello).

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