Nel lontano periodo a partire dal 1993 e fino alla fine del 1995 mi trovavo per lavoro a Cefalù, meravigliosa cittadina in provincia di Palermo. Mi ero trasferito dalla mia città di origine, Palermo, perché c’era la possibilità di intraprendere la carriera professionale in una azienda che opera nel settore assicurativo. Da quella esperienza nacque successivamente il mio breve racconto “Arancine a Cefalù, pesce fresco a Castel di Tusa”. Durante le pause lavorative mi ritrovavo spesso seduto in una panchina, nella magnifica piazza prospiciente il Duomo della cittadina Normanna, per comporre versi che successivamente ho donato in pubblicazione ai miei lettori. In uno dei miei andirivieni a piedi lungo il Corso Re Ruggero fui attratto dalla vetrina di una libreria, vi entrai e acquistai un libro di Roberta Mazzoni “Scrivere” – Manuale a più voci per aspiranti narratori, edito da il Saggiatore nel 1995. Non un acquisto casuale che evidentemente tradiva il mio desiderio di diventare uno scrittore affermato. Negli anni precedenti la mia permanenza a Cefalù avevo scritto alcuni articoli per due importanti quotidiani dell’isola, Giornale di Sicilia e giornale L’Ora, inoltre avevo vinto il primo premio assoluto in denaro per un’idea creativa per un importante periodico nazionale, il Millionaire.
Ma la mia vita aveva intrapreso un rigagnolo, una direzione diversa, che mi portava a ragionare in termini commerciali e di formazione professionale da somministrare ai colleghi facenti parte del mio gruppo. Così, tra alti e bassi, è stato fino al 2009 quando, per aiutare me stesso a uscire da una profonda delusione familiare e sentimentale, ho ricominciato a scrivere versi, pensieri, racconti e aforismi. La mia vita aveva in quel momento intrapreso la direzione giusta, quella che più si attagliava alle mie caratteristiche di creativo e di promotore culturale.

Torniamo ai nostri giorni ovvero in questo scorcio di fine anno 2025. Inizia con queste parole la mia settima pubblicazione “Il tutto e il niente” (La Gru Edizioni – 2025) dopo avere donato ai miei tanti amici e lettori quattro raccolte di poesie, due racconti, uno breve e uno lungo, brevi storie e aforismi, un migliaio di post nel mio blog Riflessioni d’Autore e poi centinaia di articoli per collaborazioni giornalistiche.
Scrivo da quando madre natura mi ha permesso di prendere in mano una penna, da quando ho capito che un foglio non serviva solo ad appallottolarlo e tirarlo ai compagni di classe, oppure per farne un aeroplanino da infilzare, dopo un breve volo, tra i capelli della maestra.
Ero particolarmente felice quando, poco più che maggiorenne, ebbi in mano una macchina da scrivere Olivetti Lettera 22. Il nastro inchiostrato lasciava il segno nelle mie mani sempre sporche di nero, con le penne a biro invece l’inchiostro esondava per il calore generato dalla mia mano. Erano cominciate le mie prime collaborazioni giornalistiche e i primi diari con i mei aforismi e acerbe poesie.
L’era digitale, con l’avvento della videoscrittura, ha permesso di essere più veloce, raramente non ho colto l’attimo dell’ispirazione. Lo schermo luminoso sempre pronto a rabbuiarsi per il nero dei caratteri di una nuova poesia, di un nuovo racconto, di nuovi aforismi.
A volte scrivo di notte mezzo addormentato, colto da improvvisa ispirazione. A volte scrivo sotto pressione perché qualcosa deve nascere. A volte scrivo semplicemente perché la vita mi mette di fronte ad un fatto, ad una immagine, ad una sensazione che deve rimanere indelebile nel tempo.
Scrivo perché amo scrivere, perché mi fa stare bene.
Scrivo perché mi piace fare riflettere e fare sognare le persone.
Scrivo perché mi fa sentire vivo, perché sono vivo.
Per conoscere il risultato determinato dall’evoluzione del mio percorso letterario cominciato in età giovanile, intervallato come dicevo, da un lungo periodo in cui ho dedicato il mio tempo e le mie attenzioni ad altri tipi di lavoro, risulta utile che voi leggiate l’incipit della prefazione del professore Daniele Fazio, al quale vanno i miei ringraziamenti per l’amicizia dimostratami e per avere donato valore a “Il tutto e il niente”: La passione per la scrittura sin dalla tenera età dichiarata con forza da Antonino Schiera ci regala un nuovo volume che si presenta, innanzitutto, come un intreccio di generi letterari – l’aforisma, il monologo, la poesia – che esprimono la riflessione, ma ancora di più le emozioni dello scrittore innanzi all’esistente e ciò a partire da una dimensione fondamentale dell’essere umano: l’amore. Ciò ci spinge ad affermare che anche quando esso non è esplicitamente espresso è sempre sotteso e presupposto come fosse motore e nutrimento degli stessi componimenti. Gli aforismi – profondi, succosi e sofferti – nella loro sinteticità restituiscono esperienze intense dell’Autore, considerazioni, letture e studi compiuti, nonché incontri che sono stati fonte di ispirazione e che sono venuti a cesellarsi nel pensiero e si sono trasformati in scrittura e sentenza. Si offrono quale fonte di dialogo, meditazione e provocazione.
Il monologo, retto dai pilastri di diversi componimenti poetici, esplicita nel susseguirsi delle pennellate riflessioni ad alta voce che diventano indicazioni per esplorare sentimenti ed emozioni proprie dell’Autore, ma che in qualche modo intercettano costanti appartenenti alla vita di ogni essere umano e così hanno il merito di acquisire quasi un sapore universale.
Con i versi poetici – quali apici disseminati nel testo – Schiera fa vibrare le corde dell’anima, condensa i tratti dei suoi aforismi e delle sue riflessioni, offrendo immagini che vanno accostate senza fretta e che possono essere oggetto di aperture nuove circa le dinamiche interumane contemporanee, fungendo anche da richiamo all’autenticità per sottrarre quanto più possibile l’umano alla superficialità e all’appiattimento [CONTINUA].
Eccomi qua di nuovo con voi. Credo di vivere in un virtuoso interscambio tra la consapevolezza del mio valore, che mi permette di gioire dei successi letterari raggiunti e la necessità di foraggiare la necessaria autocritica, che mi consente di stimolare le risorse insite dentro la mia essenza di uomo e scrittore, risorse personali tanto care al grande dottore psichiatra e psicoterapeuta americano dei primi del novecento Milton Erickson.
Sorridi alla vita perché questa possa mostrarti il suo volto migliore ho sottolineato in un mio aforisma per ricordare che noi siamo parte protagonisti del successo o dell’insuccesso della nostra esistenza. Personalmente non ho mai perso la speranza di potere coronare il sogno di praticare la scrittura creativa e artistica. Il mio intendimento è quello di continuare sul percorso intrapreso con la certezza di potermi migliorare nel tempo.
Ho dedicato questo mio ultima pubblicazione allo scrittore Biagio Balistreri, purtroppo recentemente venuto a mancare che, insieme al poeta Giovanni Dino, è stato il primo amico che ha scritto della mia prima raccolta di poesie “Percorsi dell’anima” (Europa Edizioni – 2013).
Un particolare ringraziamento va al professore Tommaso Romano del quale ne apprezzo da oltre dieci anni la dedizione al mondo culturale, alle arti, alle lettere e alla ricerca del bello. Basta citare la Casa Museo Thule da lui creata e curata, le centinaia di opere da lui curate e tante altre iniziative di alto livello culturale e artistico. Ringraziamenti doverosi per avermi incoraggiato a pubblicare questa nuova opera e per la sua preziosa presenza alla mia presentazione ufficiale che si terrà venerdì 24 ottobre 2025 alle ore 16:30 al Museo “Giuseppe Pitrè”, Viale Duca degli Abruzzi 1 (Palazzina Cinese), Palermo. Ringrazio anche l’Onorevole Giampiero Cannella, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Palermo, la dottoressa Teresa Di Fresco, la lettrice Giovanna Cammarata e anticipatamente tutti gli amici che verranno a trovarmi compresi gli Accademici A.S.C.U. già insigniti e quelli che saranno insigniti in tale occasione.