“Opera senza autore”, un film che nasce da situazioni storiche per raccontare oltre trent’anni di vita tedesca

Articolo di Gordiano Lupi

Un film che nasce da situazioni storiche per raccontare oltre trent’anni di vita tedesca – dal 1937 al 1968 -, passando per nazismo e guerra mondiale, infine per la ricostruzione con la divisione della Germania in due blocchi, che vede la parte Est nelle mani dei sovietici e il successivo periodo comunista. Florian Henckel von Donnersmarck scrive, sceneggia e dirige con stile abbastanza calligrafico – un po’ da fiction televisiva – la vita dell’artista Kurt Barnaert, il rapporto d’amore che lo lega a Elisabeth, nonostante sia figlia del professor Seeband, un suocero infame colpevole di molte eutanasie nella Germania nazista, che conta tra le sue vittime anche l’amata zia. Kurt abbandona la Germania Est perché si rende conto che un artista dev’essere libero, non può sentirsi limitato da quello che il partito e il movimento operaio decidono che sia arte. Il regista compie un paragone non azzardato quando presenta prima la concezione dell’arte nazista, quindi quella comunista, due modi di finalizzare la produzione culturale – con scopi e intenzioni diverse -, troppo limitanti per un artista. Non è mai esistito un pittore di nome Kurt Barnaert, ma la vita del personaggio è stata sceneggiata prendendo come riferimento le vicissitudini di Gerhard Richter e il libro Ein Maler aus Deutschland. Gerhard Richter. Das Drama einer Familie, del giornalista Jürgen Schreiber, anche se tutto viene romanzato. I difetti principali del film vanno ricercati nei tempi troppo dilatati e in un montaggio di Patrick Sanchez-Smith eccessivamente compassato – quasi compiaciuto – che impagina in 188 minuti di pellicola la vicenda. La sceneggiatura del regista è lineare e scorrevole, priva di salti temporali, ma troppo didascalica, quasi agiografica in certi passaggi, provocando una divisione netta tra buoni e cattivi, con caratteri dei personaggi troppo marcati in senso positivo o negativo. Fotografia eccellente di Caleb Deschanel, la cosa migliore della pellicola, così come la ricostruzione di ambienti è certosina, spesso confezionata in felliniani teatri di posa. Vediamo una Dresda bombardata e distrutta che sembra vera, opera della brava scenografa Silke Buhr, oltre ai costumi di Gabriele Binder rispettosi delle epoche citate nel racconto. Notevoli effetti speciali di Simon Giles, sia nelle parti belliche che in alcune sequenze oniriche e panoramiche sulla distruzione dopo i bombardamenti. Colonna sonora adeguata di Max Richter, apprezziamo un brano cantato da Rita Pavone nei primi anni Sessanta, un pezzo romantico dal titolo Come te non c’è nessuno. Musica classica e suggestivi spaccati francesi si danno il cambio con la musica tedesca contemporanea alla vicenda. Non condivisibile la scelta della versione italiana di far parlare i russi con accento caricaturale, meglio sarebbe stato optare per i sottotitoli, doppiando in italiano soltanto la parte in tedesco. Due candidature agli Oscar nel 2019, come miglior film straniero e per la fotografia, davvero intensa e anticata al punto giusto, ideale per la storia narrata. Mostra di Venezia, Toronto Film Festival e discreta distribuzione italiana, soprattutto nei circuiti del cinema d’autore. Visto su Rai 5 (senza pubblicità, per fortuna, perché 188 minuti sono tanti), reperibile su Rai Play. Si consiglia la visione a un pubblico preparato.

Regia: Florian Henckel von Donnersmarck. Soggetto: liberamente adattato da Ein Maler aus Deutschland. Gerhard Richter. Das Drama einer Familie, di Jürgen Schreiber. Sceneggiatura: Florian Henckel von Donnersmarck. Montaggio: Patrick Sanchez-Smith. Fotografia: Caleb Deschanel. Effetti Speciali: Simon Giles. Musiche: Max Richter. Scenografia: Silke Buhr. Trucco: Maurizio Silvi. Costumi: Gabriele Binder. Produttore: Florian Henckel von Donnersmarck. Produttore Esecutivo: Max Viedermann. Case di Produzione: Pergamon Film, Wiedermann & Berg Filmproduktion, Beta Cinema, Rai Cinema, Sony Pictures Classic, Walt Diosney Pictures. Distribuzione (Italia): Rai Cinema, 01 Distribution. Durata: 188’. Titolo Originale: Werk ohne Autor. Lingua Originale: Russo, Tedesco. Interpreti: Tom Schilling (Kurt Barnert), Sebastian Koch (prof. Carl Seeband), Paula Beer (Ellie Seeband), Saskia Rosendhal (Elisabeth May), Oliver Masucci (prof. Antonius van Verten), Ina Weisse (Martha Seeband), Florian Bartholomai (Günther May), Hans-Uwe Bauer (prof. Horst Grimma), Ben Becker (caporeparto), Antonia Bill (infermiera), Rainer Bock (dr. Burghart Kroll), Jonas Dassler (Ehrenfried May), Lars Eidinger (curatore dell’esposizione).

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