Giovanni XXIII: il papa che aprì la Chiesa al mondo

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il 28 ottobre 1958, dopo la morte di Pio XII, alle ore 17.45 viene eletto al soglio pontificio il cardinale Angelo Maria Roncalli con il nome di Giovanni XXIII.

Angelo Giuseppe Roncalli nato a Sotto il Monte (Bergamo) nel 1881 da una famiglia di contadini, appassionato studioso di san Carlo Borromeo, fu docente di Storia della Chiesa nel seminario di Bergamo fino a quando, nel 1921, fu chiamato a Roma per ricoprire importanti incarichi. Fu consacrato vescovo nel 1925 e subito inviato come delegato apostolico prima in Bulgaria, poi in Grecia, Turchia e infine, nel 1944, nunzio apostolico a Parigi. Tornato in Italia solo nel 1953, fu nominato e creato cardinale patriarca della prestigiosa sede di Venezia. Nei lavori del conclave la «scelta» cadde su di lui proprio a motivo della sua età avanzata (aveva 77 anni). Dopo la figura di Pio XII occorreva un pontificato possibilmente breve, «di transizione». Invece, il pontificato di Giovanni XXIII, uno dei pontefici più amati del Novecento, è caratterizzato da un tentativo di richiamare il cattolicesimo alla sua aspirazione evangelica.

Nonostante l’età e le scarse aspettative che in tanti tutti nutrivano nei suoi confronti, papa Giovanni XXIII diede al pontificato uno stile semplice e pacato ma soprattutto aprì la Chiesa al mondo. Inoltre, fu un protagonista del dialogo della Chiesa con il mondo affermandosi, insieme a John F. Kennedy, come uno degli «uomini della pace». Risolutive e «rivoluzionarie» sono le sue encicliche più famose: la «Mater et magistra» e la «Pacem in terris», con le quali indicava – negli anni immediati del «dopoguerra» e della cosiddetta «guerra fredda» – l’avvio di una «politica» di distensione e di coesistenza pacifica tra le varie nazioni. Ma soprattutto il nome di Giovanni XXIII è storicamente e religiosamente collegato all’annuncio e alla convocazione, il 25 aprile 1959, del Concilio Ecumenico Vaticano II: un invito all’unità diretto alle chiese separate dalla chiesa romana.

Infatti, a Giovanni XXIII stava molto a cuore il «tema» dell’apertura verso le altre religioni, di cui conoscendone la parabola storica ne aveva un grandissimo rispetto, in nome soprattutto della necessaria fratellanza fra tutti gli uomini. Sul piano politico nazionale, il «papato Roncalli» segna una «nuova» fase nelle relazioni tra Chiesa e Stato italiano: l’integralismo di papa Pacelli è sostituito da una concezione della Chiesa più pastorale e spirituale, aprendo uno spazio per un dialogo fra cattolici e marxisti così come pure i democristiani poterono iniziare a dialogare con i socialisti.

Dopo la morte di Giovanni XXIII, il 3 giugno 1963, sarà il nuovo pontefice, Paolo VI – il cardinal Giovanni Battista Montini (1897-1978) – a proseguire i lavori e le sessioni del Concilio che volgeranno al termine l’8 dicembre 1965.

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