Italia-Israele e l’abbraccio nella poesia

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni


נביא השונמית / תיאו ברתולומאו די גו;באני

תרגום: אלירן דיין Translate: Eliran Dayan

ניקוד: יאיר בן־חור

וַתֵּלֶד הָאִשָּׁה הַשּׁוּנַמִּית אֶת חֲבַקּוּק הַנָּבִיא

וְהָיָה הוּא שֶׁהִקְדִּים אֶת הַהוֹד וְהַפְּאֵר

שֶׁנֶּהֶפְכוּ לְמַיִם, דָּם וְרוּחַ

הַאִם הַיּוֹנִים בִּמְעוֹפָן מְגִנּוֹת עַל עַצְמָן מִמַּלְכּוֹדוֹת הַחַיִּים?

הָאֶבֶן אֵינָהּ מִשְׁתַּנָּה וְגַם לֹא פִּסְלוֹ שֶׁל הַנָּבִיא

הַמַּבִּיט עַל נוֹכְחוּתָם הַשְּׁקֵטָה שֶׁל הַצּוֹפִים בּוֹ

בַּמִּסְדְּרוֹן הַצַּר, עוֹרְגִים אֶל זִכְרוֹן הֶעָבָר

מַבִּיטִים בְּיָדָיו שֶׁסִּפְּרוּ אֶת הַנְּבוּאָה,

אֶת הַשְּׂרִידִים הַנִּצְחִיִּים שֶׁל הָאֱמוּנָה.

מֵהַר פָּארָן תַּגִּיעַ הַבְּשׂוֹרָה שֶׁתִּשְׁפֹּט אֶת הַבְּכִי הַשּׁוֹתֵק

וְאֶת יִסּוּרֵי הַחֲוָיָה הַנִּסְתֶּרֶת.

כֵּן, זֶה עוֹד יַגִּיעַ, אַתָּה תִּפְרֹשׂ אֶת יָדֶיךָ לִרְוָחָה.

Lesho Namit generò il profeta dell’abbraccio,

Abacuc fu preludio della gloria divenuta acqua sangue e spirito,

di quanti orpelli si ricoprono i colombi discesi nella vita?

Non muta una pietra e neanche la statua che guarda la presenza

di ammutoliti spettatori. Nella memoria e nel passaggio

di mani che hanno edificato storie, rimane l’eterno.

Dal monte Paràn arriverà l’ago che giudicherà il pianto zittito

e le agonie di un vissuto celato.

Sì, arriverà e dovrai aprire le braccia.

I dovuti ringraziamenti al poeta e studioso Eliran Dayan, che leggendo questi versi ha notato quella nota linguistica utile a creare l’unione con quella cultura, forse considerata lontana dalla nostra, ma non lo è. Siamo figli della cultura ebraica, e non possiamo rinnegare le radici cristiane che affondano nel Sacro Libro della Torah.

La traduzione è rimasta fedele al messaggio del componimento, ovvero l’abbraccio che ha la capacità di unire la gente, le culture, i popoli, cosa sarebbe il mondo se fosse una oasi di pace? Forse è un pensiero utopistico, ma ogni essere ha in sé il Sommo Bene, che attende di varcare la porta della volontà di ciascun individuo. I componimenti non dovrebbero essere spiegati, ma il segno linguistico è un messaggio che deve attraversare l’anima, e se talvolta non ci si arriva né col cuore né attraverso la logica, allora è dovere di chi scrive affidarsi alle competenze perché venga decifrata la connessione tra Parola e Anima. L’indagine semiotica la affiderei al dott. Renato Ongania, che attraverso i suoi studi, riesce ad estrapolare il significato del segno verbale e le inter-ferenze con la psiche. In questa sede ci si limita a evidenziare questo abbraccio tra due culture sempre più vicine, soprattutto sul piano letterario, vicinanza che è esistita da sempre, talvolta sottomessa ad una serie di fattori che ne hanno nascosto la bellezza, grazie ad alcuni divulgatori dell’ebraismo, oggi si ha la possibilità di entrare in questo tempio dove risiede la Grande Sapienza: Un grazie accorato a Luca Gavazzi, uomo di grande cultura ebraico-Kabbalista, che si prodiga per la sua diffusione, soprattutto Studioso della lingua ebraica, si occupa principalmente dell’aspetto mistico e simbolico della Torà di Mose attraverso i canali mediatici. E’ possibile seguirlo dal canale Youtube: izalmaim.

Grazia anche al prof. Eugenio Vassallo, docente di ebraismo e kabballah, un altro tassello fondamentale per la diffusione dell’ebraismo in occidente,

Profonda gratitudine all’amico e collega Prof. Davide Frumento, poeta e docente di storia dell’ebraismo.

Il mio profondo grazie al caro amico, e compagno di avventure mistiche : Federico Mannucci.

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