“Quando” di Walter Veltroni: un’occasione perduta

Articolo di Gordiano Lupi

Veltroni torna dietro la macchina da presa per un nuovo film di finzione – dopo tre riusciti documentari dedicati a Berlinguer, all’infanzia e a Pablito – che segue l’ingenuo ma interessante C’è tempo (2019), con Stefano Fresi (tra le presenze migliori anche in questa nuova opera). Tutto nasce da un romanzo dello stesso regista, edito da Rizzoli nel 2017, che racconta la storia di un ragazzo caduto in coma durante i funerali di Berlinguer nel 1984 (per un colpo in testa da un’asta di bandiera), risvegliatosi miracolosamente 31 anni dopo, nel 2025, in un mondo radicalmente cambiato. Neri Marcorè non poteva essere scelta migliore per interpretare l’ingenuo Giovanni che torna a vivere con tutte le certezze distrutte: il PCI è finito, il muro di Berlino è caduto, il padre è morto, la madre è malata di Alzheimer, la fidanzata si è sposata con il migliore amico, i calciatori sono diversi, non c’è più la lira … Fin qui tutto bene, l’idea non sarà il massimo dell’originalità, ma finché Veltroni sceglie il registro leggero, da commedia fantastica, il film funziona. Tra le cose migliori la cena nel ristorante stellato con un Fresi esilarante cameriere che non ne può più di recitare menù strampalati e consiglia agli avventori una trattoria di quelle dove si magia semplice come una volta. Altro momento che funziona la cena in trattoria quando si canta Bella ciao (integrale!) con commozione e accompagnamento di fisarmonica. Valeria Solarino è brava nei panni di una suora che si prende cura di Giovanni e a un certo punto pare quasi innamorarsi del paziente, in ogni caso lo aiuta a reinserirsi in un mondo che non conosce. Veltroni pare sempre indeciso tra il registra drammatico e quello comico, purtroppo quando sceglie la strada della seriosità scade nel patetico e nella telenovela colombiana, raccontando l’amore tradito della fidanzata che ha sposato il miglior amico e il ridicolo incontro con una figlia mai conosciuta. Molta retorica durante l’esame di maturità sostenuto con trentuno anni di ritardo, considerazioni abbastanza banali sul mondo che cambia, ma qui c’è Veltroni e tutto il suo passato, almeno, la storia di un Partito Comunista perduto nei meandri della memoria, l’insegnamento di Berlinguer, le vicende di un gruppo di persone che credeva in un’ideale, anche se l’ideologia era sbagliata. Tra le cose negative mettiamo in conto alcune scelte di attori piuttosto sbagliate, come Gianmarco Tognazzi nei panni dell’amico che sposa la donna amata e di Olivia Corsini come fidanzata perduta. Bene il giovane Fabrizio Ciavoni, invece, che si rifiuta di parlare e si chiude in un ostinato mutismo ma con Giovanni si apre fino a diventare il suo amico più fidato. Veltroni regista alterna cose piuttosto buone a livello di ripresa paesaggistica, da documentarista, a una tecnica di maniera, abbastanza deludente. La sceneggiatura è prevedibile, i dialoghi sono risibili e irritanti (sembrano scritti da un dilettante), la fotografia anonima, il montaggio troppo diluito, ché 105’ sono troppi per le cose da dire. Colonna sonora discreta, con la trovata morettiana (citazione?) della canzone preferita cantata in macchina squarciagola. Alcune parti oniriche, certi flashback del passato sono piuttosto curati e riescono nella funzione metaforica, come la sequenza in cui un piccolo Giovanni aiuta a far bella figura uno scalcinato compagno mago durante una Festa dell’Unità. Alla fine del film resta l’impressione di un’occasione perduta, anzi sprecata, ché se Veltroni si fosse tenuto sul registro da commedia forse il racconto ne avrebbe giovato e l’operazione avrebbe avuto esiti più felici. Quando resta un lavoro incompiuto e irrisolto, in fondo come il Partito Democratico, che ha in mano l’eredita del Partito Comunista ma non sa ancora che farne …

Regia: Walter Veltroni. Soggetto: Walter Veltroni (romanzo Quando, Rizzoli, 2017). Sceneggiatura: Simone Lenzi, Doriana Leondeff, Walter Veltroni. Fotografia: Davide Manca. Montaggio: Mirko Platania. Musiche: Fabrizio Mancinelli. Scenografia: Luca Servino. Costumi: Francesca Leondeff. Produttori: Lionello Cerri, Cristiana Mainardi. Case di Produzione: Lumiére & Co., Vision Distribution, Sky, Regione Laizo (sostegno). Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale. Durata: 105’. Interpreti: Neri Marcorè (Giovanni), Valeria Solarino (Giulia), Ninni Bruschetta (prof. Cocco), Fabrizio Ciavoni (Leo), Olivia Corsini (Flavia), Elena Di Cioccio (conduttrice TV), Stefano Fresi (cameriere), Gian Marco Tognazzi (Tommaso), Massimiliano Bruno (Cesare), Michele Foresta (mago Fred), Carlotta Gamba (Flavia a 19 anni), Dharma Mangia Woods (Francesca), Anita Zagaria (mamma di Giovanni), Andrea Salerno (barista), Luca Maria Vannuccini (Giovanni a 19 anni).

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