Iniziazione, silenzio ed evoluzione

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

L’Eremita cammina un po’ curvo su un altopiano come se stesse tastando il suolo che sta percorrendo,

si sostiene con una bastone nodoso, che simboleggia la prudenza e la rettitudine, anche il suo vagabondare rammenta al lettore il lungo cammino percorso. Il vincastro non è dritto tanto da compararlo al serpente della Kundalini. E’ anche il simbolismo delle difficoltà della missione che il personaggio sta portando a termine ma l’Eremita procede sicuro, facendo chiarore davanti a sé con una lanterna.

Omraam Mikhael Aivanhov , nel suo Dizionario del libro della natura critica aspramente quegli eremiti che si presentano al mondo come dei grandi iniziati e che sono addirittura arrivati agli alti gradi dell’iniziazione, e li definisce “Poveretti” […]Apparentemente , nessuno dei libri che hanno letto ha rivelato loro che un vero iniziato si guarda bene dal fare questo genere di dichiarazioni. Il vero iniziato rimane nel segreto, nascosto, nell’ombra, proprio come l’Eremita.[…]

Andiamo un attimo per ordine, perché è necessario evidenziare che l’incominciamento di un percorso deve passare dal vaglio dell’ “EGO”, un maestro, che in questa sede chiameremo Tolly, dopo anni passati alla mercé della sofferenza, di continui fallimenti, di alterazioni del suo stato di salute, non è potuto sottrarsi ad una grande lezione di vita. Dopo aver perso tutto, si rese conto che le possibilità di rinascere non gli mancavano, ma era necessario stesse, per un periodo, inerme, non doveva più muoversi, aveva bisogno di esplorare il suo universo interiore. Man mano che si procede l’ego ha bisogno di far intendere che sta avvenendo un cambiamento, che di li poco si sarebbe sposato con una parte del sé, ma ancora c’è il desiderio del riscatto, della rivalsa. Da uno stadio all’altro, ci sono altre fase di stasi, ed è lì che il trascorso ritorna, la sfida dell’Universo, o meglio, gli esami che propone l’universo stesso vengono proposte per capire lo stadio evolutivo. Siccome il divino ama giocare, fa rivivere situazioni che non avresti voluto si ripresentassero, quasi sempre i soggetti sono gli stessi e l’iniziato sentirà ripetersi le stesse parole di accusa, le stesse critiche, talvolta deve subire ulteriori disprezzi. Per tale ragione prima che si oltrepassi il terzo stadio è necessario mantenersi lontano dalla realtà che è stata la causa delle numerose prove dolorose, la parte egoica non reggerebbe e si ripiomberebbe nell’atteggiamento di rivalsa. Nel momento in cui le proprie ombre diventano migliori amici e allora ciò che potrebbe ancora ricadere sulle spalle, non susciterà più alcun effetto.

Quindi un iniziato deve saper brindare con il proprio dolore, sempre Omraam Mikhael Aivanhov dice :

Male – grazie a lui gli Iniziati raggiungono la vetta. Nella Scienza iniziatica è detto che coloro che non sono stati perseguitati dal male fino all’estremo limite, non possono ancora ricevere l’Iniziazione suprema.È dunque necessario che il male vi odi e vi combatta; e se, nonostante i suoi attacchi, continuate nella stessa direzione divina, ciò è la dimostrazione della vostra elevatezza spirituale. Se siete perseguitati dal male, significa che non vi siete schierati dalla sua parte, altrimenti vi proteggerebbe, vi coccolerebbe, vi cullerebbe e vi farebbe addormentare, per farvi rimanere con lui un po’ più a lungo. Ma se, per sua sfortuna, gli sfuggite perché non volete servirlo, a quel punto risvegliate il suo odio.

Ora, è proprio grazie a quell’odio che andrete molto lontano. Il male è stato implacabile verso tutti i grandi Iniziati e si è accanito contro di loro: ma ciò rappresentava l’unico segno che non poteva ingannare quelli che sapevano interpretarlo. Certo, gli ignoranti dicevano: «Oh, povero infelice! Che destino!».

Ma quelli che sapevano si rallegravano e dicevano: «È predestinato a raggiungere la vetta».

Chi raggiunge la vetta se non l’Eremita?

Bisogna fuggire da chi fugge il dolore, da chi parlano continuamente di positivo e negativo, l’energia cosmica è neutra, è l’uomo che la intorpidisce, è l’uomo che ha la pretesa, soprattutto gli pseudo iniziati arricchiti dai proventi degli adepti, di poter misurare le frequenze energetiche dell’uomo, queste sono invenzioni, linguaggi di comodo, da chi sostiene che bisogna allontanare chi ha vissuto il dolore, perché il proprio Karma rischia di rimanere bloccato,. Prima dell’ingresso delle teo-filosofie sincretiste, e della schiavitù del relativismo, l’iniziato apprendeva le scienze senza mistificazioni o qual si voglia alterazione. Ci si accostava alla conoscenza con devozione, cosi come doveva essere devoto il proprio atteggiamento verso il nuovo cammino. Quante persone si sono lasciate abbindolare, quante famiglie distrutte, solamente perché il guru li ha “illuminate” purtroppo il dialogo con il proprio spirito non ha più connessione come il pc o il telefono. Guarda caso questi maestri si circondano di una borghesia arricchita sempre più anestetizzata dalla materia, dal distacco con quella parte di realtà che per un iniziato , il contatto, è inevitabile. Bisogna conoscere tutte le sfaccettature della vita prima di autoproclamarsi Illuminati, guru, maestri, etc… L’eremita inizia col maestro e procede sa solo, non ha bisogno di proseliti, ma di maestri-allievi che incontrerà durante il percorso. L’eremita sviscera ciò che è nascosto, ciò che non è rivelato dal comune linguaggio.

Dante ci dice: la dottrina che s’asconde / sotto ‘l velame de li versi strani, inf. IX v 62.

Il poeta si serve della poesia che rivelare qualcosa che al di là della poesia, saper intrecciare prosa o poesia o racconto con le scienze esoteriche è il metodo attraverso il quale gli spiriti già pronti possono accedere alle dottrine che rivelano il senso intrinseco di un messaggio segreto, e sta all’ “Eremita” saper discernere il contenuto da apprendere.

Oggi parlare di sentimenti è scandalo, parlare di ricucire rapporti è abominevole, solamente chi ha percorso il sentiero dell’eremita comprende che la crasi dei rapporti umani non ha più il significato originario, infatti una serie di fusioni di parole non sono state che una cavolata insipida. Un riferimento recentissimo è la pubblicità della pesca della nota catena di supermercati; l’italiano è un popolo polemico, non gli sta bene nulla, qual è il messaggio dello spot? Sono i sentimenti di una bambina, i media hanno scatenato una guerra tra divergenze di opinioni. Può un bambino avere il diritto di esprimere le proprie emozioni ed i propri sentimenti? A quante pare no, perché è stato definito uno stereotipo, poi però, salta fuori la mente scissa dell’italiano; sì, perché a tempo di guerra NO ALLA GUERRA; A tempo di pace SI ALLE RIVOLUZIONI. Il sistema impone l’educazione alla disgregazione, poi ci si riunisce per meditare sulla pace, sul ripristino dell’ecosistema, si protesta per la fame nel mondo, si protesta per la causa degli immigrati, si protesta per un mondo migliore, ma un bambino non deve parlare d’amore, non deve parlare di famiglia… e poi c’è chi parla di famiglia globale. Insomma da che parte si sta? I dibattiti per uno spot, che ha semplicemente lasciato passare un messaggio amorevole, si sono susseguiti uno dietro l’altro, la meraviglia è che persone di un certo spessore culturale hanno mostrato il proprio dissenso verso i sentimenti… E allora l’Eremita guardando questo caos, preferisce continuare da solo o con quelle poche anime affini.

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