“Ruggine”, una riflessione sul tempo perduto

Articolo di Gordiano Lupi

Ruggine di Corbin Bernsen rappresenta una delle infinite varianti de Il posto delle fragole di Ingmar Bergman, questa volta in senso religioso, perché racconta il ritorno a casa di un sacerdote in crisi di vocazione, che rivede i luoghi della sua infanzia, trova un mondo cambiato, infine decide di risolvere un caso di errore giudiziario come se fosse un percorso di personale redenzione.  Bernsen è sia regista che interprete principale, nei panni del fascinoso James Moore alla ricerca di una fede perduta, immerso anima e corpo nella risoluzione di un caso che vede implicato un amico innocente nell’incendio di una fattoria. Il parroco ritrova Dio, nel corso dell’omelia finale spiega il senso del titolo: la ruggine è quella patina che si deposita sulle nostre esistenze e che va ripulita, scrostata, eliminata, per andare avanti sostenuti da una fede immutabile e necessaria, la sola cosa che il Signore ci chiede. Ruggine (titolo originale Rust) è un film intriso di valori cristiani, con un colpevole che non è tale, ma accetta un ruolo di agnello sacrificale per salvare gli altri (novello Gesù Cristo), basato su una poetica della redenzione e della ricerca del divino negli eventi quotidiani. Corbin Bernesn è un attore e regista statunitense, noto per serie televisive di taglio popolare – soprattutto horror e criminal movie – questa volta impegnato in un ruolo intenso e introspettivo che definisce molto bene, con una recitazione intensa, accompagnata da rapidi flashback e dissolvenze in bianco e  nero sul passato. Visto grazie a TV 2000, canale di stampo cristiano che spesso trasmette film interessanti, per niente didascalici, che fanno riflettere sul senso del divino, sulla crisi religiosa e sulla necessità di una fede in Dio. Un film drammatico, girato a Kipling, tra le nevi canadesi, fotografato con intensa poesia da Eric Gustavo Petersen, montato con i tempi giusti (95 minuti) da Jason Shabatoski, colonna sonora suggestiva di Brandon McCormick e Mike Post, prodotto da Kipling Film, scritto e sceneggiato dal regista, che è l’interprete principale. Tra gli attori citiamo Lorne Cardinal, Frank Gall, Lloyd Warner, Audrey Linn Tennent, John Hutchinson, Chesney Caswell, Mile Kernahan, Ryder Debreceni, Nolan Hubbard. Consigliato per una riflessione sul senso del divino e per recuperare la necessità di una riflessione sul tempo perduto e sui valori da mettere alla base di un’intera esistenza.

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