L’AI e l’informazione “corrotta”: una dittatura digitale alle porte?

Articolo di Massimo Rossi

A mio padre Alvaro
con tutto il mio amore

Dobbiamo fare una necessaria premessa. Riteniamo che lo sviluppo scientifico e tecnologico sia un bene per l’Umanità. Riteniamo che la scienza come ricerca di un benessere per l’Umanità sia un atto etico oltre che necessario. Riteniamo che la scienza come la tecnica in se non siano “male” e siano unite in una accezione di valore. Riteniamo che l’uomo debba tendere al progresso ed alla forza propulsiva del miglioramento della sua vita. Riteniamo che la scienza e la tecnica debbano essere sviluppate e diffusa in tutto il mondo per il bene dell’intero genere umano. La scienza e la tecnica (applicazione pratica delle ricerche scientifiche) sono concetti neutri rispetto a giudizi di valore in termini di positività e di negatività. L’esempio più noto di questi concetti poggia sulla ricerca scientifica che ha portato alla scissione nucleare dell’atomo e, quindi, alla genesi della energia atomica. La divisione dell’atomo può avere scopi energetici e, quindi, favorevoli alla umanità, ma può essere sfruttata per scopi bellici e di distruzione e morte sul pianeta Terra. La differenza tra scienza “buona” e scienza “cattiva” è un feticcio da eliminare.

Non è mai agganciabile al concetto di scienza (e, quindi, di tecnica) il valore “buono” o “cattivo”. In verità, appartiene all’uomo la scelta (“libero arbitrio”) di utilizzare i risultati della scienza propriamente a favore dell’umanità o di preferire quelli che potrebbero portare alla sua estinzione. L’uomo è l’unico essere vivente sulla terra che ha inventato armi di distruzione di massa (appunto le bombe atomiche) in un numero superiore di gran lunga a quella necessaria per l’estinzione dell’umanità e degli esseri viventi sul pianeta. Si calcola che con meno di 50 bombe nucleari il nostro pianeta sarebbe ridotto in cenere e non vi sarebbe più forma di vita alcuna (o forse solo qualche virus sopravviverebbe all’olocausto nucleare).

L’uomo nella sua accezione più deteriore di animale stupido ha, addirittura, costruito un arsenale militare atomico mondiale di oltre 15.000 testate nucleari. Tutto questo per dire quanto la scienza e, di conseguenza, la tecnica sia neutra in se, ma sia determinante come viene applicata dall’essere umano. L’AI (d’ora in avanti Intelligenza Artificiale) è una scoperta ed una applicazione potenzialmente molto interessante, ma non dobbiamo nasconderci, è un grande pericolo che incombe sull’umanità: la dittatura della informazione deformata proprio dalla applicazione della Intelligenza Artificiale. L’ Informazione alla massa può essere uno strumento di evoluzione della stessa o può essere uno strumento di soggiogamento. Partiamo da esempi che illustrino meglio di ogni teoria quanto proviamo a rappresentare.

Le guerre che sono in se dei cataclismi sulla popolazione vengono condotte anche con le armi dell’ Informazione. La dittatura, ma anche la democrazia nella seconda guerra mondiale hanno orientato l’immaginario collettivo e, quindi, il consenso anche con informazioni alla popolazione non del tutto aderenti (per non dire false) alla realtà di quanto stava accadendo. Siamo sempre più convinti che la chiave di volta e lo strumento indispensabile per ogni “dittatura”, oggi, sia un concreto apporto di una Informazione (a tutti i livelli) compiacente e, possibilmente, orientata meglio se, addirittura, deformata. La vera giungla, oggi, è questa e dobbiamo avere la capacità di discernere e separare quello che è reale da quello che è mera propaganda. L’informazione deve essere libera dai tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) e deve essere il Guardiano della probità della azione di ciascuno di essi. Se l’informazione è manipolata, è suddita, è soggiogata, allora, un potere dispotico può liberamente orientare le masse.

Le masse si troveranno come in delle piccole barchette nel mare in tempesta e, in più, incapaci di discernere quanto è reale e quanto non lo è. Sino a qui siamo al tema tanto complesso quanto in continua e costante evoluzione del difficile equilibrio tra potere politico e mondo (frastagliato) della informazione. Il tema, in realtà, è difficilmente circoscrivibile poiché è in continuo e costante mutamento. Ed al momento non c’è una vera e propria strada, nella quale ritrovarsi. L’informazione è, in ogni caso, uno dei valori da preservare e da garantire, quindi, proteggere. Proteggere il pluralismo e la libera circolazione delle idee e delle opinioni. Con ciò facendo, anche un lavoro molto attento rispetto a quelle norme che vanno a limitare e sanzionare il libero pensiero che, ovviamente, non deve trascendere in diffamazione, dileggio o, peggio, in calunnia. Fatte queste ulteriori considerazioni si deve affrontare (finalmente) il tema tanto di moda della Intelligenza Artificiale.

L’Intelligenza Artificiale è qualcosa che trascende l’informazione ed il rapporto tra società, politica ed informazione. L’Intelligenza Artificiale, che nasce con l’intento dichiarato di aiutare l’umanità (quella occidentale, ovviamente) rispetto a lavori ed occupazioni divenuti “noiosi” o non più appetibili per l’uomo può (grazie alla deficienza umana) avere altre applicazioni. La caratteristica più eclatante della Intelligenza Artificiale è che crea situazioni e realtà che non esistono e le crea con una tale precisione da farle apparire come vere e reali. Tale applicazione può, grandemente, essere utilizzata per finalità cinematografiche, di studio e di didattica ed è utilissima per la crescita del nostro Mondo e dei nostri governi. Una applicazione con finalità eccezionali. Ma vi è il rovescio della medaglia. Se è vero – come è vero – che l’Intelligenza Artificiale può “generare” situazioni non reali, questo comporta che in mano a governi dispotici e dittatoriali (anche del vecchio continente) si possono orientare le masse e renderle schiave.

La dittatura nei paesi in via di sviluppo si realizza, principalmente, con la violenza e la sopraffazione, mentre nei Paesi sviluppati e, c.d. democratici, con metodi di orientamento informativo e di natura politico-sociale. Il romanzo 1984 di George Orwell è indicativo di come il controllo dell’individuo possa dal suo consenso. Essere controllato avviene con metodi subdoli e, totalmente, scevri da apparente violenza. Quindi, siamo favorevoli alla Intelligenza Artificiale, ma occorre regolamentare l’utilizzo e l’applicazione per non trasformare uno strumento di progresso e di ausilio alle attività umane in una pericolosa arma contro la democrazia e la libertà di ogni individuo. Bene ha fatto l’Europa con il suo Parlamento ad emanare il primo testo legislativo in materia che regola e regolamenta l’Intelligenza Artificiale.

Sarà una sfida epocale che possiamo vincere solo se al centro passano l’uomo e l’umanità e non le macchine e non la tecnologia priva di etica e di morale. Il confronto tra filosofia, etica, morale, scienza e tecnologia deve essere guidato da principi di libertà e di democrazia. Non vi è, però, chi non può vedere che un potere dispotico potrebbe usufruire della Intelligenza Artificiale per scopi altri rispetto al benessere delle persone. Pertanto, alla base di ogni attuazione scientifica e tecnologica ci deve essere un “nuovo meccanismo” (cit. Michele Ciliberto, Il Nuovo Umanesimo Ed. Laterza – Anticorpi). Il tema è interessante ed è solo all’inizio. Come tutte le cose che stanno iniziando sollecita le migliori pulsioni, ma in una medaglia vi sono sempre due facce e bisogna essere capaci di osservarle entrambe.

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