“L’amico del cuore”, un film che avrebbero fatto la felicità dei fratelli De Filippo

Articolo di Gordiano Lupi

Sono più che convinto che tra trent’anni i cinefili saranno tutti intenti a dibattere sull’importanze dei Salemme-movie nel quadro della commedia popolare italiana, nella fattispecie commedia dialettale napoletana. I film dell’attore partenopeo diventeranno un sottogenere, un po’ come i Celentano e i Pozzetto movie degli anni Ottanta. Certo, perché non hanno proprio niente a che vedere con la comicità padulata e asfittica delle commedie paratelevisive che ci sono in circolazione. A mio parere come fenomeno culturale popolare pari a Vincenzo Salemme c’è solo Checco Zalone, sia per originalità che per comicità delle situazioni. Opione personale, ci mancherebbe, ma che oggi – dopo la visione de L’amico del cuore (1998), opera prima da regista che avevo trascurato – esce rafforzata. La storia – scritta e sceneggiata da Salemme – è molto teatrale, si presta per una rappresentazione scenica, racconta di un malato di cuore gravissimo (Salemme) che deve fare un’operazione complessa e chiede al suo migliore amico (Buccirosso) di soddisfare un ultimo desiderio. Il problema è che questo desiderio è davvero inconfessabile – viene persino confidato al parroco (Casagrande) che ne resta sconvolto – e consiste in una notte d’amore da passare con la bella moglie (Herzigova) del migliore amico. Non vado avanti con la trama, aggiungo che il cast è davvero stellare, da un Salemme in gran forma nei panni dell’amico allupato a un Buccirosso giornalista nevrotico incapace di accettare il tradimento della moglie, per finire con un Casagrande parroco che recita messe rapidissime di fronte a poche beghine e ascolta confessioni a luci rosse. Non solo, vediamo un surreale Nando Paone nei panni del nipote ritardato che si crede un merlo e che sembra capire molto di più di quanto lasci credere, forse s’è inventato un mondo alternativo dove vivere in santa pace. Eva Herzigova è al culmine della bellezza, interpreta una svedese dalle lunghe gambe pur essendo nativa della Repubblica Ceca e fa innamorare tutto il quartiere solo passeggiando, persino il parroco che quando la vede in chiesa dice messa con ben altra motivazione. Biagio Izzo è sottoutilizzato ma è divertente come tassista bullo napoletano che intona musica neomelodica a tutto volume; Emanuela Grimalda è una cognata in calore che perde la testa per Biagio Izzo, Maria Del Monte una perpetua stizzosa e Teresa Del Vecchio una pettegola di parrocchia. La commedia è del tutto riuscita, anche il colpo di scena finale che vede il ritorno di Salemme dall’operazione americana sano e salvo con il dubbio sulla paternità del figlio che la Herzigova tiene in seno da sette mesi. Ma forse i mesi sono otto e avanza il dubbio di un terzo possibile padre, perché in casa del giornalista c’erano i muratori a fare dei lavori alcuni mesi prima. “Io e te dobbiamo parlare!” Intima il parroco Casagrande alla bella svedese in un finale da bagarre che conclude la pochade. Sceneggiatura perfetta, teatrale come messa in scena e impianto cinematografico, con pochi esterni girati nella zona tra Bacoli e Miseno. Salemme conosce Feydeau ma lo rilegge in salsa napoletana, fornisce una buona prova da regista, anche se non necessitano particolari evoluzioni tecniche per filmare una storia recitata tra campi e controcampi, soggettive e primi piani. Il valore assoluto del film sta nella sceneggiatura, anche se non sono da meno alcuni spaccati fotografici partenopei (Petriccione) e la cura nel montare un film in 100 minuti, senza tempi morti (Marone). Un film da rivedere all’infinito, recitato benissimo, tra gag spiazzanti ed espressioni mimiche che avrebbero fatto la felicità dei fratelli De Filippo. La scuola napoletana non si smentisce mai!

Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Vincenzo Salemme. Fotografia: Italo Petriccione. Montaggio: Patrizio Marone. Musiche: Antonio Boccia. Scenografia: Tonino Festa. Produttori: Vittorio Cecchi Gori, Rita Rusic. Casa di Produzione: Cecchi Gori Group. Genere: Commedia. Durata: 100’. Paese di Produzione: Italia, 1998. Interpèreti: Vincenzo Salemme (Roberto Cordova), Carlo Buccirosso (Michele Seta), Eva Erzigova (Frida), Maurizio Casagrande (padre Leonardo), Nando Paone (Geremia, il merlo), Emanuela Grimalda (Luisa, cognata di Michele), Biagio Izzo (Gioacchino, il tassista), Jinny Steffan (madre di Frida), Maria Del Monte (la perpetua), Teresa Del Vecchio (signora pettegola in chiesa).

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