Il diritto internazionale che noi conoscevamo prima dell’elezione di Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America non avrebbe contemplato (e non contempla) un ruolo egemone di un Paese sugli altri per il solo motivo di essere una potenza economica. I rapporti internazionali si fondano su di un principio basilare ed essenziale: il rispetto degli altri Paesi e la reciprocità dei rapporti. Tutto questo (e non solo per colpa di Trump) è attualmente calpestato o messo a dura prova.
Vi è, però, un dato essenziale: il ruolo dell’ONU nelle varie guerre dal 1990 in poi (per ben 35 anni) non è stato all’altezza del suo ruolo. Tutti quelli che hanno più di 50 anni (ma anche meno) ricordano benissimo che dalla prima Guerra del Golfo gli Stati Uniti hanno avuto il ruolo di “generali” del pianeta Terra.
In realtà, a ben vedere, non era proprio così e non doveva esserlo. Gli USA correvano dove c’erano teatri di scontri (che poi diventavano di guerra) in siti ben precisi e di primaria importanza geo-politica nel Mondo. Vi era già una spartizione con la Cina e con l’ex Unione Sovietica in via di polverizzazione dopo la caduta del muro di Berlino e la politica attuata da Gorbaciov.
Lo sgretolamento della URSS ha determinato, prima una vera e propria dispersione di stati satellite della Grande Russia e poi il nascere prima con Eltsin e poi con Putin della Russia attuale. La Russia è e resta un Paese europeo che, però, non intende entrare nell’Unione Europea come altri Paesi ex comunisti ed al momento non sussistono le condizioni per un suo ingresso, ma riteniamo che questo sarebbe auspicabile anche per un processo di democratizzazione dell’area.
La Russia poi con Putin dal 2000 non conosce un ricambio politico, anzi, l’esatto contrario. Chi in Russia fa politica o è ucciso o è perseguitato o è imprigionato. La Russia di Putin è a tutti gli effetti una dittatura basata sul terrore, nella quale non è ammesso il dissenso e non è ammessa alcuna opposizione allo “Zar”.
Putin è a capo di un organismo oligarchico che il solo ricambio lo trova nelle epurazioni e negli assassini (taluni mascherati da suicidi).
La grande madre Russia non esiste più da molto tempo ed è stata sostituita da un Paese oligarchico e mafioso, in cui il potere non segue ideali (più o meno accettabili), ma solo il Dio denaro ed il Potere fine a se stesso.
Questa è la Russia comandata da Putin e dai suoi sodali che lo “Zar” cambia ogni tanto perché non godono della sua fiducia. La Russia è senza dubbio una dei tre “padroni del mondo”.
Gli Stati Uniti credono di esserlo per via di una politica dell’attuale Presidente Trump tutta incentrata a difendere gli interessi americani nel mondo, si badi bene: interessi economici e null’altro. Il grande limite della democrazia americana è che da baluardo di diritti civili (privati e collettivi) e internazionali è diventata il baluardo di interessi “privati” del Presidente Trump e/o dei suoi sodali e dei potenti del Paese.
L’economia come guida, l’economia come macchina sulla quale si sale e non si scende più.
L’economia come macchina con la quale si deraglia.
L’economia da sola non può guidare il mondo: è una illusione con esiti certi e catastrofici.
In questo deserto, però, dei principi e dei valori anche i Paesi che dovrebbero contrastare questo miope e cinico disegno non sanno fare altro che andare dietro allo “Zio Paperone USA” o allo “Zar” della Russia. L’Europa è assente, l’ONU è immobile o scomparso. Un panorama del tutto disadorno e sciatto si palesa all’osservatore.
Compagna della Russia, potenza dittatoriale e sanguinaria e degli Stati Uniti d’America, fu democrazia liberale oggi solo una nazione priva di principi e valori, vi è un terzo incomodo: la potente e prepotente Cina.
La Cina è il Paese meno decifrabile tra i tre grandi “padroni del Mondo”.
La Cina attuale non è più comunista, non ha più l’identità che Mao ed i suoi successori hanno preservato sino agli inizi degli anni 2000. Il Paese del Sol Levante è una nazione potente economicamente, densamente popolata, con lavoratori che, ancora oggi, sono sottopagati, con una mira espansionistica decisamente pericolosa.
Ormai, è noto che la Cina è il Paese che inganna di più al mondo, non ha cessato di produrre energia utilizzando il carbone, è il Paese in cui si effettuano esperimenti pericolosi per la salute del Pianeta che (speriamo) fuoriescono dal controllo degli organi internazionali: vedi OMS.
È un Paese da un lato industrializzato, ma dall’altro ancorato al medioevo, un Paese produttivo e capitalista essendo in via di dissolvimento la “visione” comunista. Insomma, un mix di una pericolosità attuale ed assoluta. Ma la Cina – all’insaputa dei più – da decenni sta svolgendo una attività di acquisizione del continente africano; il continente le cui ricchezze non sono nemmeno quantificabili.
Lo compera attraverso suoi cittadini che acquistano appezzamenti interi di territorio in Africa. Questo aspetto è molto importante perché per la potenza della Cina quei “pezzi” di terra nel loro complesso possono essere fonti di ricchezza e pensiamo alle c.d. “terre rare”, ma anche all’acquisizione come tale di un intero continente. È un atto immorale e profondamente antistorico. Una politica di conquista silenziosa, ma efficace.
L’Europa è completamente incapace di svolgere una funzione di tipo diplomatico come tale e solo alcuni Paesi (Francia, Germania ed Inghilterra – che non è più in Europa) sono ancora considerati dai tre di cui sopra. In questo scenario che abbiamo, per forza di cose, semplificato viene da chiedersi come poter ristabilire un diritto internazionale essendo questo diritto calpestato senza timori dai tre “padroni”: USA, Russia e Cina?
Quello che è molto grave è che nessuno si alzi in piedi e faccia notare che i rapporti internazionali sono guidati da leggi, da principi e da valori che non rispondono a criteri economici o peggio finanziari. Il precipitato tecnico di quanto abbiamo tentato di esporre sta nella iniziativa di Trump (per interessi personali) di vedere chiusa la guerra in Ucraina e la crisi di Gaza. Trump si muove come se fosse il portatore di principi e di valori mentre, invece, le sue iniziative sono vive ed attuate solo per certi conflitti ed in certe aree del mondo.
Tutto ciò, forse ai più giovani o a chi non ha buona memoria del passato può sembrare un gesto importante, in realtà, è uno schiaffo alla Comunità Internazionale e l’Organizzazione delle Nazioni Unite. La pace di Camp David fu siglata con la presenza dell’ONU e non in un “salotto privato”. Il comportamento di Trump nella crisi Ucraina ed in quella di Gaza è encomiabile per certi versi, ma avrebbe dovuto muoversi nell’alveo del diritto internazionale e non oltre: tutto questo, come ben sanno i giuristi, crea un grave precedente.
Questo tacere dell’Europa e dei Paesi europei è molto indicativo di come l’aspetto economico messo in atto da Trump con i dazi ed il loro impiego dimostri quali azioni di puro “terrorismo economico” siano state condotte. Purtroppo, siamo in un epoca, nella quale i rapporti economici e la forza economica degli attori in campo la fa da padrona su tutto.
I presupposti del dopo secondo conflitto mondiale per una pace duratura che passava, appunto, dagli interventi dell’ONU è, ormai, storia da “soffitta dei ricordi”.
Qual è il prezzo da pagare ad un andamento del genere: la desertificazione dei principi e dei valori che hanno sempre guidato il diritto internazione che non può fare a meno dei Paesi più “forti e ricchi”, ma non per questo coloro sono i “Padroni del Mondo”.
Nessuno è “Padrone del Mondo” perché il mondo non è proprietà di alcuno, ma rappresenta un luogo di vita per tutti gli esseri umani, animali e vegetali.
Mentre stiamo scrivendo questo pezzo a Sharm el-Sheikh si sigla una pace senza contendenti tra il Presidente USA Donald Trump ed il Presidente Egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Contorno e concistoro sono i paesi europei e arabi e potenze nucleari come l’India. Siamo lieti di tutto ciò per Gaza e per Israele, ma la nostra coerenza di analisi ci fa riflettere su di un dato essenziale: mancano i contendenti.
Mancano i palestinesi e gli israeliani. Una pace fatta fa altri per due popoli in guerra dal 1948. Senza di loro e senza l’ONU. Tutti alla Corte del nuovo “sultano” Trump finché dura. Sappiamo di essere antipatici, ma non crediamo, per le ragioni sopra addotte che questa sia la via per la pace e per la prosperità nel nostro caro ed unico Mondo.
Dobbiamo vigilare nel rispetto del diritto internazionale più di quanto venga fatto.
