Rivalutare l’anima è un dovere

Articolo di Massimo Rossi

L’anima intesa non come entità religiosa ma come espressione intima ed immateriale della persona è qualcosa che sfugge alla ragione e deve sfuggire. Vi sono circostanze della vita di una persona che mettono a nudo e mettono alla prova il corpo. Mettono alla prova il corpo come entità materiale e come entità fisica.

Il vero conflitto (che vuol dire crescita o regressione) passa dall’anima, passa da una entità che è il sentire la natura, sentire le emozioni, sentire le essenze, sentire le passioni, sentire al più alto livello il cosmo stesso. L’anima è un dipinto che via via con il tempo la persona tratteggia, colora, cancella, riscrive e cancella di nuovo sino a quando l’anima termina il proprio corso della vita.

L’anima è quel magazzino di emozioni, sensazioni, paure, gioie, immagini, suoni e musiche, affinità e contrasti, e quanto altro alberga in essa colorando la vita di ognuno di noi. Solo l’anima e la capacità di essa di espandersi da senso alla vita. Niente altro né il denaro, né il potere, né la gloria (spesso vana e caduca) né la bellezza esteriore ha un vero valore. La persona deve vivere per arricchirsi di emozioni e della bellezza assoluta del vivere altro non serve.

Come non serve lo stordimento che è qualcosa di assolutamente negativo essendo impoverimento del tutto. Appare strano che questo concetto sia scritto da un uomo che appartiene al mondo occidentale ma è proprio l’uccisione dell’anima il più grave crimine dell’occidente. Niente porteremo dietro di noi e quello che lasceremo sarà lo specchio della nostra anima nelle anime di chi resta e ci ha amato e ci ama.

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