“Sick of Myself”, una riflessione per immagini della modernità

Articolo di Paolo Quaglia

Coppia di trentenni innamorati sono affetti da narcisismo malsano. Entrambi lucidi nel loro sentimento si trasformano quando entra in ballo qualsiasi attenzione. Lui è un artista moderno e quando la sua carriera sembra decollare la compagna perde progressivamente la testa. Thomas espone i suoi pezzi in una galleria cool mentre Signe sembra intrappolata nel completo anonimato. Questa catena causerà l’invidia della donna fino a portarla ad architettare un piano per avere le attenzioni desiderate. Grazie all’assunzione di un farmaco fuori commercio Signe guadagnerà la popolarità tanto attesa a carissimo prezzo.

Sick of Myself è un film del 2022 diretto da Kristoffer Brogi. Esordio del regista norvegese che confeziona una commedia dove la risata è un pretesto per riflettere sui comportamenti umani. Fin dalle scene di apertura Brogi presenta i suoi protagonisti in maniera ferocemente attuale . A tavola in un ristorante ci sono Thomas e la sua metà che aspettano una bottiglia di vino con l’intento di rubarla e nonostante l’imminente crimine è l’attenzione della sala a preoccupare Signe. Egocentrici ai limiti della megalomania i due vivono un amore sano ma destinato a perdere davanti al successo dell’altro.

Lei è smaccata nella sua ricerca, quasi disturbante mentre Thomas gioca il ruolo di un manipolatore silente. Sick … è un lavoro intelligente che riesce in tutti i suoi intenti grazie a un perfetto ritmo e alla sfrontatezza creativa del suo regista. Brogi mostra una realtà, dove l’egocentrismo va oltre i sentimenti e la spendibilità sociale è moneta regina..

Un film maturo sia nei dialoghi, divertentissimi, che nella messa in scena in grado di descrivere senza la pretesa di insegnare. L’autore racconta senza parteggiare ma alternando i suoi personaggi in funzione di Signe che è la vera protagonista. Thomas rappresenta l’altra faccia dello stesso problema perché usa un basso profilo nella ricerca della fama. Una riflessione per immagini della modernità e dei suoi mostri ma priva di retoriche e carica d’ironia.

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