Le donne e le forze armate della nostra contemporaneità

Articolo di Redazione

Si è svolto un interessante incontro dedicato al ruolo e al rapporto tra le donne e le forze armate della nostra attualità, analizzando gli scenari del conflitto attuale. Un interessante momento di confronto e approfondimento avutosi a Roma, nel Centro “Esperienza Europa David Sassoli”, presso il Parlamento Europeo, durante la Conferenza internazionale multilaterale “Le donne nelle forze armate e di polizia: capacità di intermediazione e soluzione diplomatica nelle situazioni di conflitto”, organizzato dall’Istituto diplomatico internazionale con il patrocinio del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Ai lavori ha partecipato anche Isabella Rauti, Sottosegretario di Stato alla Difesa, che ha rilanciato il ruolo delle donne per la costruzione della pace. La presenza femminile offre, da sempre, nelle missioni internazionali un contributo professionale particolare e, in alcuni casi, il loro lavoro si rivela come moltiplicatore del fattore di sicurezza e di compatibilità con la popolazione civile, con le altre donne e i loro figli. Estremamente soddisfatto Paolo Giordani, presidente dell’Istituto diplomatico internazionale, che intende affermare il ruolo della donna come parte costitutiva, integrante, effettiva, operativa dei corpi cui appartengono, con il loro specifico approccio e la loro capacità di affrontare e risolvere i conflitti. L’evento ha consentito anche di rilanciare la collaborazione tra l’Istituto diplomatico internazionale e l’esperto Lorenzo Midili, scelto dal Partito Popolare europeo per pianificare proposte e progetti per promuovere e sviluppare l’area tematica della Difesa a livello europeo. L’avvocato e studioso di diritto Militare, Lorenzo Midili, componente della Camera Penale Militare, membro della Commissione di Diritto Penale Militare del Coa di Roma e della Société Internationale de Droit militaire et de Droit de la Guerre, nonché esperto del rapporto tra il metaverso, la guerra e il terrorismo, è la figura scelta dal gruppo italiano del PPE per approfondire la complessità geopolitica che l’Europa, le forze armate e la sicurezza internazionale stanno vivendo. Un ruolo dove le donne diventano sempre più centrali, rappresentando l’8% delle Forze armate, il 12% nel ruolo di ufficiale. Numeri destinati ad aumentare nei prossimi anni. “Le donne hanno dimostrato, in molte parti del mondo, di essere altamente competenti, determinate e capaci di svolgere ruoli chiave all’interno delle forze armate. La loro inclusione non solo riflette il principio di uguaglianza di genere, ma porta anche a una maggiore diversità di prospettive e abilità all’interno dei corpi militari, offrendo una gamma di competenze che spaziano dalla diplomazia alla gestione delle risorse umane al fine di contribuire, in modo significativo, alla riuscita delle operazioni internazionali. Nelle missioni di pace, le donne rappresentano un pilastro nella costruzione della pace e nella promozione dei diritti umani. La loro presenza può favorire una maggiore interazione con le comunità locali, in particolare con le donne e i bambini, e contribuire a stabilizzare i paesi colpiti dai conflitti. Spesso, agiscono come agenti di cambiamento positivo, promuovendo la risoluzione pacifica dei conflitti e sostenendo la ricostruzione post-conflitto”, ha dichiarato l’esperto e avvocato Lorenzo Midili.

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