Quell’allarme Hikikomori in Sicilia che deve farci riflettere

Articolo di Francesco Pira

Gli adulti hanno il dovere di informarsi e di comprendere quali sono i rischi e le opportunità della rete. Ma non solo. I genitori devono sapere che cos’è il Metaverso. Un universo virtuale, nuovo e ancora inesplorato, in cui si nascondono diverse insidie. Come se non bastasse, le nostre vite sono sempre più influenzate e regolate dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi

Le nuove tecnologie ci permettono di sfruttare nuove opportunità, ma nascondono insidie e fenomeni preoccupanti. In numerose occasioni, convegni, interviste e incontri nelle scuole, ho parlato dei hikikomori. Il termine hikikomori è arrivato in Italia dal Giappone e significa “stare in disparte” e mette in evidenza le percentuali di tutti quei giovani che decidono di allontanarsi dalla vita reale.

Un allarme che si lega all’emergenza educativa che deve essere affrontata al più presto. Questa parola ci fa comprendere che tanti preadolescenti e adolescenti rifiutano il rapporto con la realtà. Infatti, si chiudono nelle loro stanze e comunicano solo attraverso i loro smartphone o i loro pc. Creano un mondo nel mondo. Non hanno bisogno di avere un contatto con le persone nella vita reale e preferiscono interagire con i loro contatti virtuali.

In questi giorni, un articolo, pubblicato sul Giornale di Sicilia, ha sottolineato quanto siano diffusi in Sicilia i casi di hikikomori. All’Ars (Assemblea Regionale Siciliana) si è svolto un convegno, promosso da Carlo Gilistro, pediatra-deputato regionale M5S, per affrontare il problema.

Gilistro ha dichiarato: “Probabilmente nell’ordine di qualche migliaio anche se è veramente difficile avere stime corrette, perché spesso abbiamo a che fare con soggetti ‘invisibili’ e con un comportamento non riconosciuto nemmeno dai genitori che gli vivono accanto”. E ha aggiunto: “Bisogna stare attenti ai campanelli d’allarme per cercare di correre subito ai ripari. Per questo bisogna aiutare insegnanti e genitori a saperli riconoscere. E noi come istituzione abbiamo il dovere di dare loro una mano con adeguate e massicce campagne di informazione. I genitori vanno aiutati e non colpevolizzati, non c’è ad oggi alcun riscontro scientifico che dica che un particolare stile genitoriale spiani la strada all’insorgere del fenomeno che si presenta soprattutto nella fascia che va dai 14 ai 30 anni. Altro tabù da sfatare è quello che dipinge gli hikikomori come dei fannulloni che si isolano per evitare la fatica dello studio o del lavoro. Niente di più falso, perché questi soggetti spesso eccellono nello studio o nel lavoro. Gli hikikomori hanno semplicemente deciso di non tentare una carriera sociale perché demotivati o frenati dalla paura del confronto con gli altri”.

Presenti al convegno anche il presidente e il vicepresidente vicario dell’Ars, rispettivamente Gaetano Galvagno e Nuccio Di Paola e Marcella Greco, coordinatrice regionale associazione hikikomori Italia genitori.

Marcella Greco ha dato risalto all’importanza del protocollo attivo in Sicilia tra le realtà che si occupano di hikikomori e l’ufficio scolastico regionale. Infatti, ha detto: “Il protocollo sta permettendo alle scuole di conoscere il fenomeno ancora largamente sconosciuto e di cercare gli strumenti alternativi per consentire ai soggetti hikikomori di studiare. In Sicilia abbiamo esempi virtuosi di scuole che hanno fatto affrontare in casa le prove Invalsi a ragazzi in ritiro e commissioni che si sono riunite in occasione degli esami di maturità nel giorno in cui il ragazzo in ritiro volontario si è sentito di uscire da casa”.

Il convegno si è svolto alla presenza di psicologi, sociologi, insegnanti, medici e politici e con centinaia di scuole in collegamento da tutta la Sicilia. Giuseppe Pierro, direttore dell’ufficio scolastico regionale, ha dimostrato tutto il suo interesse per questo tema.

Pierro ha affermato: “Dobbiamo dare ai docenti gli strumenti che oggi sono fondamentali per intercettare il disagio, se non vogliamo che siano soldati senza armi. La Sicilia, con L’Ufficio Scolastico Regionale, è l’unica regione d’Italia che si è dotata di 49 operatori psico-pedagogici che lavorano con impegno negli Osservatori che sono stati istituiti in ogni provincia e che solo l’anno scorso hanno affrontato 3500 casi di ragazze e ragazzi con diversi problemi. Naturalmente la scuola non può fare tutto da sola. Non bastano i progetti, sono necessarie leggi adeguate”.

Le motivazioni legate al ritiro sociale sono numerose e diverse e a sottolinearlo sono le ricerche. In diverse occasioni, ho incontrato tanti genitori e ho spiegato loro quanto sia necessario leggere e tradurre gli atteggiamenti dei loro figli.

Gli adulti hanno il dovere di informarsi e di comprendere quali sono i rischi e le opportunità della rete. Ma non solo. I genitori devono sapere che cos’è il Metaverso. Un universo virtuale, nuovo e ancora inesplorato, in cui si nascondono diverse insidie. Come se non bastasse, le nostre vite sono sempre più influenzate e regolate dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi.

Tutto questo ci fa comprendere quanto sia difficile questo momento storico. I report ci dicono che i preadolescenti e gli adolescenti sono molto fragili. Sempre connessi e sempre più soli. La solitudine di molti giovani nasce da insicurezze accertate e confermate da analisi scientifiche incrociate che sono state diffuse da fonti autorevoli come l’ISS (Istituto Superiore di Sanità). L’isolamento va contrastato e bisogna far capire ai giovani la bellezza delle emozioni, vissute nella vita reale e accanto a persone che non si nascondono dietro ad uno schermo.

Allora, bisogna intervenire e bisogna trovare delle soluzioni, grazie al supporto di équipe interdisciplinari. Servono professionisti in grado di entrare in questo meccanismo complesso e capaci di contrastare la fragilità dei giovani. Ovviamente, è necessaria una forte intesa tra le famiglie e il mondo della scuola, delle associazioni e della Chiesa. Le agenzie educative devono stabilire un patto educativo per aiutare le nuove generazioni e combattere il terribile fenomeno dei hikikomori perché, giorno dopo giorno, allontana completamente i ragazzi dal mondo reale.

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