Lupin III e il castello di Cagliostro: Rupan Sansei – Kariosutoro no Shiro

Articolo di Gordiano Lupi

Una rassegna molto interessante dedicata a Hayao Miyazaki ha preso il via a Piombino, in data 17 novembre, con il film di animazione Lupin III e il castello di Cagliostro, la prima pellicola del Maestro, forse non la più importante e rappresentativa, ma in definitiva quella che l’ha fatto conoscere al grande pubblico. La produzione voleva cavalcare l’onda del successo del primo lungometraggio – La pietra della saggezza (1978) – che vedeva protagonista uno sbarazzino e scanzonato Lupin II, amato dai giovani che seguivano il serial televisivo. Miyazaki costruì (artigianalmente) un suo prodotto, ben riconoscibile, modificando in parte il carattere del personaggio e anche il modo di disegnarlo. Produzione antesignana dello Studio Ghibli (ancora da venire), sotto il segno dell’avventura, infatti la storia vede il noto ladro internazionale alle prese con un conte falsario, una sorta di dottor Destino, il supercriminale monarca di Latveria, che spaccia in tutto il mondo le banconote stampate dalle rotative segrete dell’arciducato di Cagliostro. Personaggi noti, dal commissario di polizia giapponese che dà la caccia a Lupin e instaura con il ladro una singolare alleanza, alla vecchia fidanzata Fujiko che ha lasciato l’eroe (donna moderna, non ha bisogno di un uomo al fianco), passando per l’amico samurai e per Zenigata, fedele compagno pasticcione. Storia che scorre a ritmi intensi, invecchiata benissimo, che si guarda con piacere quasi cinquant’anni dopo, tra inseguimenti che ricordano un poliziottesco di Umberto Lenzi, spericolate acrobazie e un’immancabile storia d’amore per salvare una bella principessa (Clarisse, la ragazza debole da salvare, donna tradizionale) che dovrebbe sposare il falsario. Un film a disegni animati che a tratti ricorda i fumetti dei supereroi americani, come paesaggi fa venire a mente le montagne di Heidi e tutta la passione naturalistica del suo autore, per l’avventura Conan il Barbaro e gli eccessi fantasy giapponesi. Tutto è artigianato nel cartone animato, dipinto a mano, con scenografie che ricordano la Svizzera e le Alpi, le vallate italiane e i castelli medievali della Valle d’Aosta. Il paesaggio è tutto fuorché giapponese, Miyazaki mostra il suo amore per la storia dell’arte e per l’architettura europea, senza trascurare la meccanica, le invenzioni strampalate, i marchingegni astrusi. Alcuni personaggi pescano a piene mani dalla letteratura horror, sembrano usciti da un romanzo di Lovecraft, basti pensare agli uomini mascherati dai lunghi artigli, così come certe sequenze sono del tutto orrorifiche (gli scheletri nel cunicolo, i morti ammassati …). La scena iniziale con la Fiat 500, interminabile quanto acrobatica, è puro cinema d’azione, così esaltante da appassionare uno spettatore d’eccezione come Steven Spielberg. Lupin III e il castello di Cagliostro separa con un taglio netto il bene dal male, anche se il bene non si prende mai troppo sul serio, dato che veste i panni di un ladro  matricolato, mentre il male (il perfido conte) è talmente riconoscibile nella sua abiezione da non lasciare spazio a equivoci. Fotografia da cinema avventuroso, montaggio rapido, regia ispirata e colonna sonora che tocca vertici di pura poesia, soprattutto durante i titoli di testa. Alcune curiosità provengono da una scheda informativa firmata Luca Giubertoni, un vero esperto della materia. Nella prima scena, a bordo della Fiat 500, troviamo la testa di Goemon, che non rivediamo nel resto del cartone, inoltre l’arciducato di Cagliostro viene realizzato tenendo presente la cittadina italiana di San Leo, in provincia di Rimini. Miyazaki è simpatizzante marxista, non può dotare Lupin III della consueta Mercedes, quindi opta per la più spartana ed economica Fiat 500, che ha segnato un’epoca, anche perché la SSK dei vecchi film era stata l’auto preferita di Hitler. A questo punto non mi resta che invitarvi a Piombino per vedere il resto della rassegna, presso il Centro Giovani di via della Resistenza, ogni due giovedì, fino ad aprile, ore 21. Il programma: Nausicaa della Valle del vento (1 dicembre), Laputa – Castello nel cielo (15/12), Il mio vicino Totoro (29/12), Kiki – Consegne a domicilio (12/1), Porco Rosso (26/1), Princess Mononoke (9/2), La città incantata (23/2), Il castello errante di Howl (9/3), Ponyo sulla scogliera (23/3), Si alza il vento (6/4), I racconti di Terramare (20/4). Da un’idea di Paolo Caciagli, sostenuta dall’Amministrazione Comunale e dal Centro Giovani Fabrizio De André.

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