Raul Gardini e quella docu-fiction didascalica e celebrativa

Articolo di Gordiano Lupi

Raul Gardini meritava una cosa fatta meglio, di sicuro più approfondita e meno superficiale. Francesco Micciché gira un filmetto estivo stile docu-fiction, didascalico e celebrativo, senza alcuna voglia di approfondire eventi e situazioni, un prodotto di puro intrattenimento, di per sé inutile, la cui parte migliore restano le imprese veliche alla guida del Moro di Venezia. La parte documentaria, composta da interviste banali e piatte, si alterna a lunghi primi piani sorridenti di Fabrizio Bentivoglio che non pare avere grande voglia di recitare. Inutile che l’attore protagonista ci inviti a mezzo stampa a non chiamarla docu-fiction, quello è, non possiamo certo dire che questa vita di Raul Gardini, narrata partendo dagli ultimi tre anni di esistenza, con l’ausilio di un’intervista impossibile, sia cinema, perché contraddice ogni regola del grande schermo.

Non è neppure teatro, al limite sceneggiato televisivo, ma pure di quello manca la profondità, la volontà di scavare nelle cose incerte, di fare inchiesta e percorrere una strada alla scoperta della verità. Alla fine di tutto resta solo l’immagine di un Raul Gardini come se fosse un santino da venerare, un uomo integerrimo che aveva scoperto la plastica ecologica, che voleva costruire una grande azienda italiana che primeggiasse nel mondo, che amava vincere e non sopportava non essere capito. Bentivoglio non usa trucchi scenici, ma interpreta Gardini come potrebbe prestare il suo volto per qualsiasi altro personaggio, con pochissime caratterizzazioni decisive e molti luoghi comuni. Sceneggiatura pessima, come già detto, con una storia inconcludente che parte dal Moro di Venezia per finire con Tangentopoli e il suicidio del grande imprenditore che aveva raggiunto le massime vette aziendali, per poi essere tradito dalle alte sfere. Raul Gardini è un prodotto estivo che certo non sconvolge la quiete afosa delle nostre calde città, si lascia guardare, scorre come acqua fresca che non resta ferma e soprattutto non incide e non trasporta il germe del dubbio, la voglia di capire. Quel che resta alla fine di tanta attesa per uno sceneggiato che avrebbe potuto essere migliore, è solo molta delusione. Se volete togliervi la curiosità lo trovate ancora su RaiPlay.

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