“La casa dei fantasmi”, una commistione di generi indefinibile

Articolo di Gordiano Lupi

Un film che è una commistione di generi indefinibile, a metà strada tra horror e avventuroso con una serie di parti comiche abbastanza stereotipate. Un fantastico per ragazzi ricco di effetti speciali, girato con una fotografia molto scura e un montaggio sincopato, quasi frenetico, interpretato da un gruppo di attori piuttosto bravi come se fosse un compitino facile facile. Gli spettatori più  giovani si divertono, perché  non hanno visto molto nella loro breve vita, ma sul grande schermo tutto sa di già detto e sentito, soprattutto la storia di base della casa infestata. La trama si dipana attorno a uno spirito inquieto e malvagio che deve trovare la centesima vittima per liberarsi dalla maledizione. Non ci riuscirà,  come sospetterete, visto che la sceneggiatura è per bambini e non va oltre il politicamente corretto. Le cose migliori del film sono il rapporto padre – figlio che supera i confini della vita e un amore moglie – marito che non si ferma di fronte alla morte. Sono i due momenti sentimentali di un film fantastico che non consente tregua allo spettatore. interessante la citazione de L’aldilà  di Lucio Fulci con la rappresentazione del mondo dei morti oltre una magica porta infernale. Se non è  una citazione voluta, significa che il regista ha avuto identica visione onirica. Molte altre citazioni sparse per tutto il film, basti pensare al finto prete che si chiama Padre Kent. Purtroppo soggetto e sceneggiatura presentano evidenti buchi e troppe cose riciclate dal passato. Disney non riesce a spiccare il volo come un tempo e persiste nel riciclare se stessa. Consigliato soltanto a un pubblico molto giovane. Regia: Justin Simien

Related Articles