“La verità secondo Maureen K.”, un buon film francese di Jean-Paul Salomé

Articolo di Gordiano Lupi

Titolo italiano fuorviante per un buon film francese di Jean-Paul Salomé (Belfagor, La padrina) che avrebbe dovuto chiamarsi La sindacalista, come il libro di Caroline Michel-Aguirre dal quale è tratto, incentrato sulla vicenda reale di Maureen Kearney. Presentato a Venezia nella sezione Orizzonti, distribuito in Italia da I Wonder Pictures dal settembre 2023, purtroppo in sole cinquanta copie, si può vedere solo nei circuiti FICE e nei cineclub. Maureen Kearney (Isabelle Huppert) viene a conoscenza di un accordo segreto per vendere l’azienda europea Arveda alla Cina, riducendo la manodopera nazionale e gli investimenti, di fatto dando via libera al monopolio asiatico sul nucleare. La sindacalista inizia una battaglia contro poteri più grandi di lei, che la stritolano nei loro ingranaggi con minacce più o meno velate e telefonate anonime, fino a un turpe episodio di violenza praticato da sconosciuti all’interno della sua abitazione. Il calvario ha inizio, perché la polizia non crede alla ricostruzione dei fatti e incrimina la sindacalista per simulazione di reato. Maureen non si dà per vinta, percorre ogni grado di giudizio pur di affermare che la sua verità è la sola possibile, perché la lotta contro il potere le ha procurato nemici e persecuzioni. Tutto vero in un film che potrebbe essere una docufiction scritta con i meccanismi del thriller giudiziario ma che va ben oltre il puro cinema di genere. Isabelle Huppert è straordinaria come sempre, si cala nella parte di una donna che ha subito una violenza carnale a vent’anni, con tendenze suicide, in cura da uno psicanalista, determinata nel lavoro, iperattiva, dotata di grande senso della giustizia. Tutto funziona a dovere a livello di sceneggiatura, con la giusta tensione che si dipana per 122’ minuti, ti porta persino a dubitare di quel che hai visto e ti fa parteggiare per una protagonista tormentata. Il film è strutturato come un lungo flashback, dopo la scoperta del corpo della sindacalista legato e seviziato nella cantina della sua casa, con un’attenzione maniacale alla caratterizzazione psicologica dei personaggi, anche i più secondari. Regia attenta, fotografia nitida di una Annecy lacustre e di una Parigi luminosa, montaggio abbastanza rapido, colonna sonora adeguata al tema. Un film interessante che affronta varie tematiche politico – sociali, dal mondo del lavoro che cambia, alle aziende sempre più impersonali, fino al ruolo della donna nella società. Una storia raccontata da un uomo ma dalla parte della donna, molto femminista, con serietà ed equilibrio, narrando una storia pericolosa da riferire al pubblico con urgenza. Se lo trovate, anche in qualche piattaforma, non fatevelo scappare. Al cinema tutto è migliore, questo è chiaro, ma un film simile si apprezza anche su piccolo schermo.

Regia: Jean-Paul Salomé. Fotografia: Julien Hirsch. Montaggio: Valérie Deseine, Aïn Varet. Scenografia: Franҫoise Dupertuis. Costumi: Marité Coutard. Musiche: Bruno Coulais. Durata: 122’.Genere: Thriller (atipico). Soggetto: Caroline Michel- Aguirre. Sceneggiatura: Jean-Paul Salomé, Fadette Drouard. Produttore: Bertrand Faivre. Case di Produzione: Le Bureau, Heimatfilm, France 2 Cinéma, Les Films du Camélia, Restons Groupés Productions. Distribuzione (Italia): I Wonders Productions. Titolo Originale: La Syndicaliste. Interpreti: Isabelle Huppert (Maureen Kearney), Grégory Gadebois (Giles Hugo). Franҫois-Xavier Demaison (Jean-Pierre Bachmann), Pierre Deladonchamps (sergente Brémont), Alexandra Maria Lara (Julie), Gilles Cohen (Hervé Termine).

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