“Misericordia”, un film che fa bene al cinema italiano

Articolo di Gordiano Lupi

Emma Dante è scrittrice e commediografa, come regista la ricordiamo per Via Castellana Bandiera e Le sorelle Macaluso, intensa come pochi in questo Misericordia, che ritrae degrado e desolazione in un ambiente marino, provincia di Trapani, tra pescatori e guardiani di pecore, uomini di malaffare e prostituzione, sconforto e amore. Arturo è il protagonista del dramma esistenziale, un adolescente epilettico, privo della parola, con il livello intellettivo di un bambino, allevato da tre prostitute (Anna, Nuzza e Bettina) in una catapecchia sul mare. Arturo è un bambino abbandonato su una scogliera dalla madre uccisa da un padre violento, che continua a tormentare il ragazzo, forse colpevole di ricordargli il giorno di un eccidio rimasto impunito. Brutti sporchi e cattivi versione sicula, esplorazione di un degrado infinito e terribile, di un mondo violento e senza regole, arcaico e patriarcale, dove gli uomini sfruttano le donne, violentandole e uccidendole quando non servono più ai loro scopi. Per assurdo i personaggi più puri del film sono le tre prostitute che amano con tutto il cuore Arturo, essere fragile e sensibile, che gioca con i vecchi albi a fumetti, con un carillon, con la maschera subacquea e corre con i bambini, spesso nudo, in mezzo a discariche e immondizia. Al tempo stesso ci sono le donne, pure loro fragili ma forti come determinazione e vitalità, pronte a sopportare violenza e a difendere i figli dagli abusi dei padri. Simone Zambelli è straordinario nei panni di Arturo, recita con lo sguardo e con semplici movimenti, danza e corre, grida e soffre, si abbandona a convulsioni e scoppi di pianto, si lascia abbracciare dolcemente dalle zie che lo proteggono con amore. Tecnica di regia compiuta, camera fissa e suggestive panoramiche di ambienti marini e spaccati insulari, piano sequenza finale, stupende parti oniriche di corpi che scivolano in mare e danze che significano crescita, il passare del tempo. Fotografia intensa, solare, suggestiva, che immortala un degrado totale, uno spaccato di disperata povertà. Montaggio consequenziale, rapido ma con i tempi del cinema d’autore; il film dura 95 minuti e non te ne accorgi, perché da ogni immagine sgorga la poesia. Colonna sonora ricca di musica popolare, mentre le sequenze finali scorrono sulle note di Avrai di Claudio Baglioni, idonee a sottolineare quel che accade ad Arturo – che non anticipo -, anche se forse sarebbe stata più indicata una canzone diversa, ma siamo nel campo del soggettivo. Misericordia è un film che fa bene al cinema italiano, a quel cinema di poesia che Pier Paolo Pasolini ci ha insegnato ad apprezzare. Prodotto da Rai Cinema, purtroppo dopo la visione al Festival del Cinema di Roma, è stato programmato solo in poche sale. In provincia l’abbiamo visto grazie al benemerito Cinema Stella di Grosseto, ma tra qualche mese sarà su Rai 5 e su Rai Movie, anche se in televisione perderà molta poesia e suggestione fotografica. Consigliato, se amate il cinema vero, che fa pensare.

Regia: Emma Dante. Soggetto: Emma Dante (dalla piece teatrale). Sceneggiatura: Emma Dante. Elena Stancanelli, Giorgio Vasta. Fotografia: Clarissa Cappellani. Scenografia: Emita Frigato. Costumi: Vanessa Sannino. Musiche: Gianluca Porcu. Montaggio: Benni Atria. Produzione: Rosamont, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): Teodora Film. Genere: Drammatico. Paese di Produzione: Italia. Durata: 195’. Lingua: Italiano, Siciliano (sottotitolato). Interpreti: Simone Zambelli, Simona Malato, Milena Catalano, Fabrizio Ferracane, Carmine Maringola, Sandro Maria Campagna, Tiziana Cuticchio.

Related Articles