“Diabolik – Chi sei?” è il miglior segmento della trilogia

Articolo di Gordiano Lupi

Diabolik – Chi sei? è il miglior segmento della trilogia che i Manetti hanno dedicato a Dabolik, con grande rispetto filologico fumettistico e nessuna attenzione al realismo delle situazioni, cercando di citare gran parte del cinema di genere italiano degli anni Settanta. Il terzo episodio – tratto dal numero 107 de Le avventure di Diabolik di Angela e Luciana Giussani, edizioni Astorina – vede protagoniste le donne: la contessa Altea di Vallenberg (Bellucci) ed Eva Kant (Leone) che stringono una singolare alleanza per liberare i loro uomini (Ginko e Diabolik) catturati da una banda di rapinatori. Tutto profuma di poliziottesco, a tratti sembra d’essere finiti in un film di Umberto Lenzi (è un complimento), tra inseguimenti cittadini mirabolanti, delinquenti psicopatici e crudeli, avvocati compromessi con la criminalità e rapine a colpi di raffiche di mitra. La ricostruzione scenografica è perfetta, sia le auto che l’arredamento, come le strade cittadine e l’abbigliamento dei personaggi. Mario Bava è del tutto dimenticato, almeno il Bava di Diabolik, fantastico e psichedelico, non il Bava di Cani arrabbiati e di molto cinema di genere basato su singolari figure di serial killer e criminali.

Fantastica la parte onirica, narrata in flashback, sulle origini di Diabolik, che parte come un lampo dagli occhi del criminale in nero per arrivare tra le onde di un mare sconvolto, quindi in un’isola di pirati, il tutto girato in un livido bianco e nero, come un romanzo grafico. La tecnica di regia riprende il fumetto con le classiche dissolvenze a tendina (che ricordano Fernando di Leo), disposte a scorrimento e a incastro, come tavole disegnate di un albo illustrato. Attori molto bravi, soprattutto Mastandrea (un Ginko perfetto) e Miriam Leone (la raffigurazione in carne e ossa di Eva Kant), non è da meno Monica Bellucci in un ruolo che le calza a pennello, ottimo il cameo di Barbara Bouchet e buona la breve apparizione di Carolina Crescentini. Restano i soliti dubbi su Gianniotti nei panni di Diabolik, ma l’espressione imperturbabile e lo sguardo glaciale sono perfetti. Per apprezzare Diabolik – Chi sei? si deve entrare in sala con la mente sgombra dai moderni polizieschi e ci dobbiamo calare nelle atmosfere anni Settanta, sia del fumetto originale che del cinema di genere italiano. Film d’autore, a mio parere, per cinefili e intenditori, meno per un pubblico generalista che vuol solo vedere un film di mero intrattenimento. Godrà appieno della bellezza cinematografica di questa terza puntata di Diabolik chi ha una buona conoscenza del cinema di Lenzi, Fulci, Massi, Bava, Deodato, Martino, persino Steno (La polizia ringrazia). Tutti gli altri perderanno qualcosa, invocheranno la poca credibilità del contesto e si lamenteranno di aver assistito a un film lento. Il montaggio è compassato, certo, segue i ritmi del vecchio cinema italiano e del fumetto inventato dalle sorelle Giussani, la credibilità pure, non è un requisito richiesto ai fumetti di quel periodo storico. Pur incoraggiando i Manetti a fare altro – perché sono molto bravi e non possono fare solo Diabolik – ritengo che questo terzo episodio sia il più riuscito e coinvolgente della serie. Da vedere.

Regia: Manetti Bros. Soggetto: Angela e Luciana Giussani (albo 107 Diabolik), Mario Gomboli. Sceneggiatura: Marco Manetti, Mario Manetti, Michelangelo La Neve. Fotografia: Angelo Sorrentino. Montaggio: Federico Maria Maneschi. Musiche: Pivio e Aldo De Scalzi. Scenografia: Noemi Marchica. Trucco: Francesca Lodoli. Costumi: Gineva De Carolis. Produttore Esecutivo: Laura Contarino. Effetti Speciali: Simone Silvestri. Case di Produzione: Mompracem, Rai Cinema. Distribuzione: 01 Distribution. Durata: 124’. Genere: Fumetto, Avventura. Interpreti: Giacomo Gianniotti (Diabolik), Miriam Leone (Eva Kant), Valerio Mastandrea (Ginko), Monica Bellucci (Altea di Vallenberg), Pier Giorgio Bellocchio (sergente Palmer), Chiara Martegiani (Elisa Coen), Massimiliano Rossi (Manden), Lorenzo Zurzolo (Diabolik a vent’anni), Barbara Bouchet (contessa Wiendemar), Paolo Calabresi (King), Emanuele Linfatti (Martin), Francesco Turbanti (Loris), Michele Ragno (Vladimiro), Carolina Crescentini (Gabriella Bauer).

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