“La parte degli angeli”, un viaggio attraverso i piaceri del buon whiskey

Articolo di Gordiano Lupi

Premio della Giuria a Cannes 2012 e Premio Magritte per il miglior film straniero in coproduzione per un’opera minore di Ken Loach, non di ampio respiro, in ogni caso riuscita come racconto di redenzione e riabilitazione grazie a una passione. Spieghiamo il titolo – come fanno Loach e il suo sceneggiatore Laverty in una delle prime sequenze -, che deriva da angel share, la parte di whiskey che evapora nei barili durante la maturazione. La pellicola racconta le vicissitudini di Robbie, giovane sbandato di Glasgow, condannato per un pestaggio che avrebbe potuto avere conseguenze peggiori. Il ragazzo diventa padre, subisce la persecuzione di un nemico storico del quartiere, si comporta bene ai servizi sociali, infine scopre la passione per il whiskey, dopo aver assistito a una degustazione. Come in ogni film di Loach c’è un buono che aiuta il reo nel percorso di recupero, in questo caso si tratta di Henry, che guida il gruppo dei ragazzi nei lavori sociali e porta i suoi protetti alla scoperta dei misteri della bevanda ambrata. Il tono del film è da commedia, pur convivendo con i temi sociali tipici di Loach e Laverty, un viaggio attraverso i piaceri del buon whiskey così particolareggiato da annoverare momenti da vera e propria docufiction all’interno di una distilleria. Robbie e i suoi amici portano a compimento un colpo storico trafugando alcune bottiglie di whiskey molto ricercato, con il ricavato il ragazzo riesce a cambiare vita, lontano da Glasgow e dai problemi legati a difficili convivenze. Girato tra Glasgow, Edimburgo e altre località scozzesi, il film gode di una fotografia realistica nelle sequenze girate per le strade di città, spesso con macchina a mano convulsa e nervosa durante i realistici pestaggi. Attori che – come sempre nei film di Loach – sembrano non recitare da come sono ben guidati e da quanto si calano nelle rispettive interpretazioni. Sceneggiatura confezionata a dovere con momenti comici che si alternano a parti di pura suspense, sequenze da cinema noir e vita quotidiana. Montaggio compassato, da cinema d’autore, in ogni caso non si sente la fatica nel seguire gli oltre 100 minuti di pellicola. Da recuperare.

Regia: Ken Loach. Soggetto e Sceneggiatura: Paul Laverty. Fotografia: Robbie Ryan. Montaggio: Jonathan Morris. Musiche: George Fenton. Scenografia: Fergus Clegg. Produttore: Rebecca O’ Brien. Case di Produzione: Sixteen Films, Why Not Productions, Wild Bunch. Distribuzione (Italia): Bim Distribuzione.  Titolo Originale: The Angel’s Share. Lingua Originale: Inglese. Paesi di Produzione: Regno Unito, Francia. Anno: 2012. Durata: 106’. Genere: Commedia. Interpreti: Paul Brannigan (Robbie), John Henshaw (Harry), Gary Maitland (Albert), Jasmin Riggins (Mo), William Ruane (Rhino), Roger Allam (Thaddeus), Siobhan Reilly (Leonie), Chooye Bay (Tai Pan), Paul Birchard (offerente Americano), James Casey (Dougie), Lome MacFadven (Matthew), Charles MacLean (Rory MacAllister), Joy MacAvoy (Mairi), Daniel Portman (cecchino).

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