“Miss Marx”, un film che racconta le condizioni di lavoro della classe operaia inglese

Articolo di Gordiano Lupi

Un’occasione perduta questo Miss Marx per raccontare e far capire al pubblico la tribolata (e breve) esistenza di Eleanor Marx, figlia minore del celebre Karl, teorico del comunismo e autore de Il Capitale. La trama, in rapida sintesi. Eleanor promuove le teorie socialiste del padre, dopo aver messo in ordine appunti e libri, ampliando la voce femminile, puntando il dito sulle condizioni degli operai, sugli orari di lavoro, sui minori impiegati in attività pericolose, sul diritto allo studio e sulla discriminazione della donna nella società. La regista – autrice anche della sceneggiatura – racconta l’amore tra Eleanor e Edward Aveling, commediografo di talento, ma uomo inaffidabile, infedele e dissipatore di ricchezze. L’eredità di Friedrich Engels viene presto esaurita dal marito, che chiede prestiti agli amici, inganna donne fingendo di sposarle e al tempo stesso dichiara il suo amore per la compagna. Il marito si ammala ed Eleanor lo cura fino allo stremo delle forze, ma cade vittima di una dipendenza da oppio e da farmaci, perdendo ogni energia vitale. Eleanor combatte per i diritti della donna in pubblico, ma non riesce a risolvere la sua oppressione personale e familiare, succube di un uomo che non la merita e che la conduce sull’orlo della depressione, infine la porta al suicidio. Il film copre il periodo 1883 – 1898, anno in cui la figlia più geniale di Karl Marx muore suicida, ma la sceneggiatura è scritta per salti temporali ed è confusa, spesso lascia i personaggi a metà del guado, non approfondendo situazioni e caratteri. Girato con molti primi piani, Miss Marx gode della splendida fotografia anticata di Crystel Fournier e di un montaggio compassato di Stefano Cravero; ottimi i costumi d’epoca (Massimo Cantini Parrini), riuscita l’ambientazione inglese. Il film ha il merito di raccontare le condizioni di lavoro della classe operaia inglese alla fine del 1800, riassume alcune teorie abbastanza note di Marx (plusvalore, profitto come mancata remunerazione del lavoro, lotta di classe, ateismo …), immortala sequenze marine in un contesto prevalentemente teatrale, dove vediamo la protagonista rivolgersi alla macchina da presa per sviluppare la parte teorica della narrazione. Attori in gran parte britannici. Brava Romola Garai (doppiata da Chiara Colizzi) nei panni di Miss Marx, così come se la cava bene Patrick Kennedy (Simone D’Andrea) calato nel personaggio di Edward. Colonna sonora della band torinese dei Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo e dei Downtown Boys, che per il film riscrivono e interpretano a modo loro Dancing in the Dark di Bruce Springsteen. Miss Marx è girato in Italia con la finzione che sia Inghilterra, per la precisione a Collegno, nei pressi di Torino, con molte scene all’interno della Certosa, ma anche negli Studi di Cinecittà a Roma, infine alcune sequenze in Belgio. Il film, presentato alla Mostra di Venezia, non ha avuto grande successo al botteghino (seicentoventiquattromila dollari di incasso) e non può dirsi un film risolto, pur girato bene da una regista matura e consapevole, perché basato su sequenze che sembrano slegate tra loro, come se la sceneggiatura fosse composta da una serie di episodi scollegati sulla vita della terza figlia di Karl Marx. La tecnica di regia ricorda gli sceneggiati televisivi ed è molto didascalica nel racconto delle condizioni dei lavoratori e nella descrizione dei frequenti incidenti sul lavoro. Il messaggio principale è rivolto alle donne, vittime della tirannia maschile, proprio come i lavoratori lo erano nei confronti dei padroni dispotici. Tra le sequenze più riuscite la parte iniziale in cui Eleanor confida: “Non esiste un’altra vita e questo rende la nostra vita unica. Se ci fosse un’altra vita, mio padre starebbe bruciando all’inferno!”. Ben confezionati anche i flashback sull’infanzia con lo sguardo benevolo di padre Karl rivolto alla figlia prediletta. Un’altra parte interessante vede la descrizione del funerale laico di Engels con le ceneri disperse mentre un gruppo di compagni canta L’Internazionale. Cinque milioni di euro di budget avrebbero potuto essere impiegati per un risultato più convincente, anche se Susanna Nicchiarelli resta regista di indubbio valore. Attendiamo di vederla all’opera con Chiara.

Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Susanna Nicchiarelli. Fotografia: Crystel Fournier. Montaggio: Stefano Cravero. Produttori: Marta Donzelli, Gregorio Paonessa. Produttore Esecutivo: Alessio Lazzareschi. Effetti Speciali: Massimiliano Battista. Musiche: Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo. Scenografia: Alessandro Vannucci, Igor Gabriel. Costumi: Massimo Cantini Parrini. Trucco: Diego Prestopino, Domingo Santoro. Case di Produzione: Vivo Film, Rai Cinema, Tarantula, VOO, Be Tv. Paese di Produzione: Italia, Belgio. Distribuzione (Italia): 01 Distribution. Anno: 2020. Durata: 107’. Genere: Biografico, Storico, Drammatico. Interpreti: Romola Garai (Eleanor Marx), Patrick Kennedy (Edward Aveling), John Gordon Sinclair (Friedrich Engels), Felicity Montagu (Helene Demuth), Karina Fernandez (Olive Scvhreiner), Emma Cunniffe (Laura Marx), Philip Gröning (Karl Marx), Célestin Ryelandt (Johnny Longuet), Freddy Drabble (Havelock Ellis), George Arrendell (Paul Lafargue), Oliver Chris (Friedrich Demuth),  Freddy Drabble (Havelock Ellis), George Arrendell (Paul Lafargue), Alexandra Lewis (ragazza), Georgina Sadler (Gerty), Stevie Raine (Phillip), Miel van Hasselt (Wilhelm Liebknecht).

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