“Dillinger”,un film che viaggia in maniera eccellente perché onesto e privo di tesi

Articolo di Paolo Quaglia

Dalle memorie di un G man si apprendono le vicende che portarono alla cattura di John Dillinger. Negli anni trenta del 900 il famoso bandito gentiluomo teneva in scacco l’America fino a guadagnarsi la nomea di nemico pubblico. Dillinger è un film del 1973 diretto da John Milius. A metà tra cronaca e fantasia il regista porta in scena le gesta criminali di una banda senza lasciare spazio alla morale. Gli uomini che accompagnano Dillinger erano criminali con poco onore se non verso se stessi.

Un film che viaggia in maniera eccellente perché onesto e privo di tesi . La ricostruzione di anni depressi è concreta a tal punto da ricrearne l’immagine a tutto tondo. Non solo gesta criminali, in scena vanno anche la gente comune e le condizioni in cui è nato il fenomeno gangster. D’impianto western Dillinhger conta su un’ottima fotografia in grado di contestualizzare la vicenda attraverso filmati originali dell’epoca. I personaggio dell’agente FBI ricorda un giustiziere dai metodi bruta , ma anche un uomo di grande spirito cavalleresco.

Milius spinge sulla crudezza degli eventi evitando di approfondire le personalità dei protagonisti e aggiungendo enfasi ai comportamenti. Una regia puntuale accompagna gli attori lasciando loro libertà d’azione ma essendo altresì attenta a condurre il ritmo. La sceneggiatura alterna momenti di critica sociale, espressi tramite aneddoti, a puro parlato comune di uomini dotati di una moralità del tutto personale. Il protagonista, un ottimo Warren Otes, è efficace nel dosare le esplosioni di una personalità dominante alle debolezze di un criminale egocentrico. Un’interpretazione, quella di Otes , che ricorda Cagney ne La belva umana così come Dillinger ricorda lo stile epico nel gangster movie dei 30.

John Milius si dimostra fin dall’esordio un attento narratore della realtà oltre a ottimo costruttore di epiche, come avrò modo di dimostrare negli anni. Dilliger riesce a unire all’intrattenimento delle scene d’azione l’approfondimento storico facendo respirare al pubblico le atmosfere, criminali, della grande depressione .

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