“Io, Daniel Blake”, un film dal grande contenuto sociale

Articolo di Gordiano Lupi

Ken Loach (Nuneaton, 1936) è un regista e sceneggiatore britannico che scrive cinema a progetto; scopo della sua vita è raccontare le condizioni di vita dei ceti meno abbienti, lottare contro la burocrazia, stigmatizzare chi rende la vita dei poveri più difficile di quanto sia, invece di cercare di migliorarne le condizioni sociali. I, Daniel Blake (titolo originale) vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2016 ed è merito di un canale tematico come Rai 5 (cinema senza interruzioni pubblicitarie!) averlo riproposto all’interno di un ciclo che vuol mostrare il meglio della produzione di Loach. Il film narra neorealisticamente le vicissitudini di Daniel Blake, un carpentiere che perde il lavoro dopo aver subito un infarto e che lotta contro la burocrazia britannica per avere il sussidio di malattia (che gli viene negato), in alternativa quello di disoccupazione, pure in questo caso impossibile. Daniel conosce una donna che viene da Londra, si occupa di lei e dei suoi figli, cerca di aiutarla a risolvere i problemi di cibo e abitazione, mettendo in comune povertà e disagi, dimostrando umana solidarietà. Il finale è realistico e crudo, perché Daniel muore d’infarto, dopo aver lottato per sé e per gli altri, proprio il giorno in cui potrebbe ottenere il tanto atteso sussidio, vittima di una burocrazia senza cuore. Girato tra Newcastle (dove è ambientato) e Londra, produzione franco – belga – britannica, distribuito in Francia come Moi, Daniel Blake, è un lavoro cinematograficamente perfetto che sarebbe piaciuto a Zavattini. La macchina da presa di Loach pedina il protagonista con un realismo assoluto, lo accompagna nella vita quotidiana, riprendeo azioni e reazioni, documenta una lotta impari contro una pubblica amministrazione ottusa e un’esistenza distrutta da decisioni assurde. Un film utile, dal grande contenuto sociale, recitato con realismo e fotografato senza virtuosismi, come il tema richiede, girato con cruda concretezza da un regista attento ai problemi delle classi sociali meno fortunate. Se solo in Italia esistessero registi capaci operazioni simili …

Regia: Ken Loach. Soggetto: Ken Loach. Sceneggiatura: Paul Laverty. Fotografia: Robbie Ryan. Montaggio: Jonathan Morris. Effetti Speciali: David Loveridge. Musiche: George Fenton. Scenografia: Linda Wilson. Costumi: Jo Slater. Trucco: Kim Brown. Storyboard: David Gilchrist. Art Director: Tom Pleydell-Pearce. Case di Produzione: Wild Bunch, The Criterion Collection. Produttore Esecutivo: Grégoire Sorlat. Produttore: Eimhear McMahon. Genere. Drammatico. Durata: 100’. Paesi di Produzione: Regno Unito, Francia, Belgio. Lingua Originale: Inglese. Interpreti: Dave Johns (Daniel Blake), Hayley Squires (Katie), Dylan McKiernan (Dylan), Brianna Shann (Daisy), Kema Sikazwe (China), Sharon Percy (Sheila), Micky McGregor (Ivan).

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